di Giampaolo Galli e Cristina Orlando, Ocpi, 2 luglio 2022
Nel 2021 l’Italia aveva il quinto cuneo fiscale più alto sia fra i paesi Ocse e sia fra quelli dell’area euro: per un lavoratore dipendente con uno stipendio lordo medio, il cuneo era del 46,5 per cento, contro una media del 41,4 per cento nell’area euro.
Con l’entrata in vigore a inizio 2022 dell’assegno unico e universale per i figli e del taglio dell’IRPEF, il cuneo fiscale è sceso, soprattutto per i lavoratori con redditi medio bassi, di 2-3 punti percentuali. In particolare, è passato dal 41,2 per cento al 38,6 per i lavoratori con il 67 per cento del reddito medio, dal 37,9 al 35,4 per le famiglie con un solo reddito pari al reddito medio e dal 40,9 al 39,2 per cento per le famiglie con due redditi, uno medio e uno medio-basso. Modesta è invece la riduzione per lavoratori con redditi medi-alti. Ulteriori riduzioni, auspicate dalle organizzazioni internazionali, dovrebbero essere fra la priorità del governo, via via che si trovano nuove risorse dalla revisione della spesa, prevista dal PNRR, e dal contrasto all’evasione.