La Stabilità 2016 e i rapporti con la Commissione Europea

Nella riunione convocata nella notte di domenica 20 dicembre per l’approvazione della seconda nota di variazione al bilancio, ho espresso il mio rammarico per il fatto che, durante l’iter della legge di stabilità nella Commissione Bilancio della Camera, non fosse stata sollevata la questione dei nostri rapporti con la Commissione Europea.

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Intervento in Aula: discussione sulle linee generali della Legge di Stabilità. Giovedì, 17 dicembre 2015

GIAMPAOLO GALLI. – Grazie Presidente. Rappresentante del Governo, onorevoli colleghi, a questo punto della discussione vorrei provare a fare qualche considerazione su due tipi di critiche che ci sono giunte su questa legge di stabilità. C’è chi dice che facciamo troppo disavanzo e troppo debito – lo hanno detto l’onorevole Polverini e l’onorevole Milanato – c’è chi dice che ne facciamo invece troppo poco e dovremmo farne di più – lo ha detto l’onorevole Melilla, lo ha detto l’onorevole Cariello lo hanno detto altri.


Ora, io ricordo che il deficit nel 2015 scende dal 3 per cento, dove è rimasto negli ultimi anni, al 2,6 per cento del PIL e nel 2016 scenderà ancora al 2,4 per cento, così come scenderà, secondo la previsione, il rapporto fra debito e prodotto interno lordo. Al tempo stesso, la manovra è espansiva, perché porta il deficit al 2,4 per cento a partire da valori tendenziali assai più bassi e questo ci consente di sostenere l’economia con misure importanti, che sono già state ricordate dai colleghi. Voglio solo ricordare i super ammortamenti, il credito d’imposta sud, le misure prese sull’IMU e la Tasi, l’Ires dal 2017, le misure per la internazionalizzazione e per la decontribuzione.

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Decreto sulle banche, la confusione e la demagogia dei 5 Stelle – L’Unità 10/12/2015

Su poche questioni come su quella delle banche si tocca con mano la confusione politica e forse mentale del M5S. Come in tutti gli scarti di quella demagogia populista cui sono soliti attingere, per i 5 Stelle le banche sono Belzebù: non solo si deliziano a stritolare le piccole imprese e i risparmiatori con la complicità dei vigilanti, ma usano le loro enormi ricchezze per decidere dei nostri destini. Tramite Draghi e la Merkel, dominano l’Europa e i suoi equilibri. Tramite misteriose logge semisegrete, in realtà ben pubblicizzate sui rispettivi siti internet, dominano il mondo e decidono delle diseguaglianze globali nonché della pace e della guerra fra i popoli. Tramite manovre di palazzo, in Italia fanno e disfano i governi. Di fronte a simili mostri, non stupisce la gazzarra che si scatena in Parlamento e nelle piazze ogni volta che il governo vara un provvedimento che riguarda le banche. Ogni volta il governo di turno è accusato di usare i soldi dei contribuenti per fare regali alle banche, o meglio, “agli amici degli amici”.

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Bail in. Mio intervento in Aula e risposte dei deputati M5S. Istruttivo. 26 novembre 2015

Discussione del disegno di legge: S. 2132 – Ratifica ed esecuzione dell’Accordo sul trasferimento e la messa in comune dei contributi al Fondo di risoluzione unico, con Allegati, fatto a Bruxelles il 21 maggio 2014, con processo verbale di rettifica, fatto a Bruxelles il 22 aprile 2015 (approvato dal Senato) (A.C. 3449(ore 17,05).

GIAMPAOLO GALLI. Presidente, colleghi, vorrei solo fare due osservazioni di carattere quasi tecnico su questo articolo. La prima è che approvando questo trattato, noi facciamo un passo nella direzione che è stata richiesta da un vastissimo movimento di opinione pubblica in questi anni, cioè di non utilizzare più i soldi dei contribuenti per il salvataggio delle banche. Il bail- in è esattamente il contrario, è l’unico contrario possibile del bail-out e il bail-out vuol dire usare i soldi dei contribuenti, vuol dire usare i nostri soldi. Questo è quello che ci ha insegnato la crisi del 2009, enormi quantità di soldi dei contribuenti sono stati utilizzati per salvare le banche e un vastissimo movimento di opinione pubblica e i Governi hanno detto basta, non dobbiamo più salvare le banche.
Quindi, in caso di crisi, d’ora innanzi, salteranno i manager, poi i proprietari delle banche e, poi, naturalmente, gli obbligazionisti e i grandi depositanti. Verranno, comunque, salvaguardati i piccoli depositanti. Chi è contro questo, non può che essere a favore della logica di usare i soldi dei contribuenti per salvare le banche. Questo è un punto tecnico, ma ho l’impressione che non fosse stato del tutto compreso, nella discussione.
Il secondo passo avanti che stiamo facendo è che rescindiamo, o meglio, ci avviamo a rescindere il legame fra la crisi delle banche e la crisi degli Stati. Un altro insegnamento delle crisi di questi anni è stato proprio questo: saltava una banca, questa veniva salvata o richiedeva, comunque, dei soldi pubblici per evitare effetti sistemici e, in particolare, questo metteva in crisi lo Stato. Noi ci accingiamo a fare ciò che già avviene, per esempio, negli Stati Uniti, dove, se va in crisi la banca di uno Stato membro, interviene in realtà la riserva federale o, comunque, intervengono meccanismi di solidarietà. Ecco, questa forse è la parola chiave, assieme a: non usare più i soldi dei contribuenti o a usarli il meno possibile; l’altra parola chiave di questo provvedimento è: solidarietà europea. La solidarietà europea entra in ballo proprio per evitare che uno Stato membro si possa trovare in difficoltà, perché non riesce a far fronte a una crisi di una propria banca. Tutto ciò, come è esplicitamente detto nelle norme che qui stiamo approvando, è fatto in coerenza con tutto l’acquisito del diritto comunitario e, quindi, con il ruolo delle istituzioni democratiche dell’Unione Europea, quindi il Consiglio europeo, ma anche il Parlamento europeo. Naturalmente uno può non essere d’accordo, pensare che sono meglioPag. 97gli Stati nazionali come li abbiamo conosciuti dall’Ottocento a oggi, ma non può negare che questo è un passo avanti che va nella direzione di risolvere, in chiave europea, in chiave comunitaria, alcuni dei grandi problemi che abbiamo vissuto in questi anni.

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M5S contro il bail-in: i grillini vogliono che il salvataggio delle banche lo paghino i contribuenti. Firstonline, 30/11/2015

Galli: i grillini sono abituati a sostenere tutto e il contrario di tutto ma sul salvataggio delle banche si sono superati: in Parlamento hanno reclamato che la crisi delle banche fosse a carico dei banchieri ma poi si sono opposti al bail-in proponendo di addossare allo Stato e dunque a tutti i contribuenti il costo dei salvataggi con una nuova nazionalizzazione. 

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