Al mio articolo del 20 marzo scorso su FIRSTonline (“La crescita non si fa con il deficit”), alcuni hanno obiettato che io non terrei conto della possibilità che i disavanzi vengano monetizzati. Si cita, in tal senso, il cosiddetto Helicopter Money di Milton Friedman, in cui la banca centrale “regala banconote” alla popolazione e realizza così un aumento del potere d’acquisto e della domanda aggregata.
Leggi tutto “L’elicottero di Friedman e l’illusione del pasto gratis – FIRSTonline, 30 marzo 2016”La crescita economica non si fa con il deficit – FIRSTonline, 20 marzo 2016
Un maggior deficit pubblico spinge l’attività economica nell’immediato, ma al costo di una futura recessione e di un aumento dell’onere del debito che in Italia è già molto alto. La finanza facile fa aumentare il debito/Pil nel lungo periodo ed è insostenibile: i mercati non perdonano – Fare più deficit oggi senza pagare il conto domani è un’illusione – Essenziali gli investimenti ma insieme alle riforme strutturali.
Leggi tutto “La crescita economica non si fa con il deficit – FIRSTonline, 20 marzo 2016”Bcc: non si faccia ideologia sulla pelle della cooperazione, Il Foglio 19/01/2016, Lettera al direttore
Nelle affermazioni di alcuni esponenti della minoranza PD colpisce come una questione essenzialmente pratica – quella del rafforzamento del credito cooperativo – sia stata trasformata in una sorta di bomba ad alto potenziale ideologico da scagliare contro il governo. L’aspetto essenziale del decreto credito è la creazione di una holding spa, che farebbe da capogruppo, i cui azionisti, nella misura non inferiore al 51%, sarebbero le attuali Bcc. Con questa riforma il lucro entra dunque nella cooperazione dalla porta principale, ossia dalla holding capogruppo. Tuttavia i puristi dell’ideologia cooperativa non si preoccupano affatto di questo punto, perché sanno che, se saltasse, molte Bcc dovrebbero essere messe in liquidazione e le famose riserve indivisibili – lungi dal servire alle future generazioni – verrebbero bruciate nelle aste giudiziarie. Si preoccupano invece, quei puristi, della way out introdotta dal governo, persino nella versione attenuata dello scorporo dell’attività bancaria dalla cooperativa: sembra che non piaccia che il lucro entri a valle della cooperativa, anziché a monte. Difficile apprezzare la differenza. Si argomenta anche che, in questi tempi di vacche magre, gli utili della banca non sarebbero sufficienti ad alimentare le altre funzioni di pubblica utilità cui dovrebbero dedicarsi le coop ex Bcc. Si può facilmente rispondere che le singole ex Bcc valuteranno di quante risorse dispongono per alimentare con la necessaria gradualità altre funzioni. L’opzione dello scorporo è stata fatta propria dall’Alleanza delle Cooperative che, pragmaticamente, sa bene che l’ipotesi iniziale di obbligare tutte le Bcc ad accorparsi sotto un’unica capogruppo sarebbe quanto mai indigesta. Oltretutto, cosa avrebbero detto gli esponenti della minoranza PD se il governo si fosse attenuto al piano iniziale, senza way out? E’ facile immaginare le veementi proteste per la violazione dell’autonomia dei territori, per la loro sottomissione a una “holding sola al comando”, per il neocentralismo di Renzi. Non bene, ma benissimo ha fatto dunque il governo a lasciare aperta una possibilità di uscita.
Leggi tutto “Bcc: non si faccia ideologia sulla pelle della cooperazione, Il Foglio 19/01/2016, Lettera al direttore”Non abbandonare la strada della riduzione del deficit – Il Sole 24 Ore, 9 marzo 2016
Vari autorevoli economisti propongono che in Italia il disavanzo di bilancio venga aumentato ben oltre il limite del 3%. Giorgio La Malfa, in un accorato appello al premier, propone ad esempio di andare al 5% almeno per un paio d’anni.
Leggi tutto “Non abbandonare la strada della riduzione del deficit – Il Sole 24 Ore, 9 marzo 2016”Sanders punta sulla spesa e sbaglia – Il Sole 24 Ore, 2 marzo 2016
Quattro economisti democratici – Alan Krueger, Austan Goolsbee, Christina Romer e Laura Tyson, tutti ex presidenti del Council of Economic Adviser di Obama o di Clinton – hanno scritto una lettera molto critica al senatore Bernie Sanders e al suo consulente economico, Gerald Friedman, ottenendo il sostegno di tanti economisti e, fra gli altri, di Paul Krugman.
Leggi tutto “Sanders punta sulla spesa e sbaglia – Il Sole 24 Ore, 2 marzo 2016”