In questo referendum, oltre al significato tecnico/normativo, è presente un significato simbolico più ampio, che riguarda gli orientamenti generali della politica energetica dell’Italia. Se vincesse il sì, in Italia diventerebbe ancora più difficile estrarre idrocarburi, in mare, entro e oltre le 12 miglia, e anche in terra, da nuovi o da vecchi giacimenti.
Leggi tutto “Dipendenza energetica significa dipendenza politica da dittatori e califfi, Il Foglio 15 aprile 2016”L’autorevolezza del Paese e le incoerenze che lo indeboliscono
Un po’ mi stupisce osservare l’inatteso polverone sollevato dal tweet in cui ho accostato, nel poco spazio che il mezzo mette a disposizione, l’autorevolezza del nostro paese, di fronte a vicende pesanti come quella – terribile – di Giulio Regeni o dei Marò, al tema dell’autonomia energetica. Twitter, si sa, non è terra di riflessioni articolate, ma il senso di quella frasetta non era poi difficile da afferrare. Intorno al referendum del 17 aprile si è venuto a creare un curioso movimento che unisce istanze ambientaliste, un vago luddismo mascherato da progressismo e retorica della decrescita. Stupisce trovare in questo calderone anche (numerosi!) rappresentanti di una certa destra politica nostrana, che dell’autorevolezza del proprio sistema paese in ambito internazionale ha fatto sempre una bandiera. Per battere i pugni su certi tavoli su cui andrebbero battuti, per ottenere un accertamento della verità assolutamente necessario, bisogna essere autorevoli e solidi. La forza di un paese passa anche dalla propria capacità di rendersi per quanto possibile immune dai rischi geopolitici, specie in un periodo come questo e in un caso come il nostro, quello di crocevia europeo sul Mediterraneo. Per amore di coerenza, allora, da chi si auspica un’Italia forte ci si aspetterebbe una difesa strenua di ognuna di quelle quote, per quanto piccole, che ci permettono uno spicchio di autonomia energetica – e quindi politica – in più. Molti però preferiscono tentare una spallata al governo, in barba alla loro quotidiana propaganda, e pensare forse che la nostra dipendenza energetica da autocrati e sceicchi niente abbia a che vedere con la nostra forza ai tavoli internazionali. Mi auguravo con quel tweet, semplicemente, un paese più forte e più solido – come ho sempre fatto – sotto il profilo economico, sotto il profilo diplomatico, industriale e quindi energetico. Gli insulti alla mia persona passeranno, ma l’incoerenza e l’asservimento delle idee alle contingenze politiche, quelli rimarranno. E faranno più danni di un tweet.
Gli “elicotteri”, il QE e le scelte dell’Europa federale – Il Sole 24 Ore, 12 aprile 2016
La politica del cosiddetto “Helicopter Money (HM)”, un’espressione coniata da Milton Friedman per indicare politiche di monetizzazione dei disavanzi pubblici, dopo aver fatto molto discutere in Giappone, dove è stata in parte attuata con la Abenomics, e negli Stati Uniti, sta diventando di attualità anche in Europa. La propone tra gli altri, con l’obiettivo di dare un decisivo impulso agli investimenti, l’ex governatore della Banca d’Italia Antonio Fazio in un impegnativo articolo apparso su L’Avvenire del 23 marzo.
Leggi tutto “Gli “elicotteri”, il QE e le scelte dell’Europa federale – Il Sole 24 Ore, 12 aprile 2016″Banche, quanti rischi di populismo su Bcc e anatocismo – FIRSTonline, 11 aprile 2016
L’onorevole Giampaolo Galli (Pd) risponde ai rilievi sulla recente riforma delle Bcc, sulla way out e sull’anatocismo contenuti nella lettera a FIRSTonline del presidente della Commissione Industria del Senato, Massimo Mucchetti – “Non si può sottovalutare il fatto che il governo abbia adottato un provvedimento incredibilmente coraggioso e da lungo atteso in materia di banche e pensare di decidere in una torre d’avorio è sbagliato e illusorio”
Leggi tutto “Banche, quanti rischi di populismo su Bcc e anatocismo – FIRSTonline, 11 aprile 2016”La riforma delle Bcc e l’importanza della way out: una risposta a Mucchetti – FIRSTonline, 6 aprile 2016
Senza la libertà d’uscita dalla holding unica per le Bcc più grandi che vogliono mantenere la loro indipendenza, pagando una tassa del 20% e conferendo la loro attività bancaria a una spa, la riforma sarebbe diventata un camicia di forza per le banche di credito cooperativo e il governo Renzi ha fatto perciò benissimo a prevederla.
Leggi tutto “La riforma delle Bcc e l’importanza della way out: una risposta a Mucchetti – FIRSTonline, 6 aprile 2016”