La piazza vuole la testa di Vegas ma gli scenari probabilistici… non sono la verità assoluta – FIRSTonline, 14 giugno 2016

È lecito attaccare il presidente della Consob ma prima bisogna accertarne accuratamente le possibili responsabilità rispetto ai risparmiatori, sapendo che al momento non esiste alcun modello scientifico su cui l’Autorità possa fare affidamento per mettere in guardia chi investe.

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Corruzione: difficile misurarla ma l’Italia è meno corrotta di quanto si pensa – con Antonio Misiani, FIRSTonline, 3 giugno 2016

La corruzione fra percezione e realtà: una risposta alle osservazioni critiche della tesi controcorrente da noi sostenuta secondo cui “gli italiani sono comparativamente meno corrotti di quanto si percepiscano” – Le ricerche del professor Picci dell’Università di Bologna – Al crescere del Pil la corruzione tende a diminuire: Italia al 19simo posto su 152 dei Paesi meno corrotti.

 

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In Italia la corruzione vera è molto più bassa di quella percepita – con Antonio Misiani, FIRSTonline, 30 maggio 2016

Secondo l’Eurobarometro la stima delle vittime vere della corruzione colloca l’Italia al 2%, a fianco di Paesi come la Francia, la Spagna e l’Olanda e meglio di Irlanda e Austria – La vera realtà della corruzione nel nostro Paese è molto meno deprimente di quella diffusa dai media.

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Corruzione: quegli indici poco credibili che penalizzano l’Italia – Il Sole 24 Ore, 25 maggio 2016

Nei giorni scorsi dal summit G-20 di Londra è venuto un forte appello a combattere la corruzione a livello globale. In Italia possiamo affrontare con successo questa sfida, anche perché non partiamo da zero come invece sembrerebbero suggerire alcuni degli indici comparativi più noti. Ad esempio, secondo il Corruption Perceptions Index 2015 di Transparency International, l’Italia si collocherebbe al sessantunesimo posto su 167 paesi, dietro nazioni come Emirati Arabi, Bhutan, Botswana, Rwanda, Namibia, Georgia, Arabia Saudita, Ungheria, Ghana, Romania. Questi dati sono importanti anche perché influenzano l’attrattività dell’Italia per gli investitori esteri. Ma sono dati effettivamente credibili? II problema di questo indice, come quasi tutti gli altri di cui si dispone, è che utilizza una misura della “corruzione percepita” che necessariamente riflette valutazioni soggettive e può – dunque – essere anche molto distante dalla realtà. Il ricorso alla percezione viene giustificato con l’argomento che i dati reali (ad esempio, il numero di condanne per corruzione) non consentono di fare confronti fra Paesi con regimi politici e legislazioni molto diverse. Un recente studio della Banca d’Italia (di Lucia Rizzica e Marco Tonello, novembre 2015) dimostra però come giorno per giorno, provincia per provincia, le risposte a domande sulla percezione siano fortemente influenzate da quanto e come i media riportano episodi o notizie sulla corruzione. Come evidenzia Nando Pagnoncelli nel suo ultimo libro («Dare i numeri», EDB, Bologna 2016), gli italiani hanno una percezione spesso sbagliata della realtà sociale e tendono a dilatare la portata di molti problemi. Ad esempio, sono convinti che la percentuale di chi è senza lavoro sia il 49% invece del 12% reale, credono che il peso degli stranieri sulla popolazione sia al 26%, anziché l’8%, e così via. E ciò accade nonostante un qualche effetto “calmierante” che i dati reali hanno sulle percezioni. Invece, nel caso della corruzione percepita, non ci sono dati reali che ci possano dire quanto il problema sia serio. In questo vuoto d’informazione accade che assumano dignità di notizia vere e proprie invenzioni, come quella secondo cui in Italia la corruzione varrebbe 60 miliardi, la metà del dato stimato per l’intera Europa dalla Commissione Ue. Come è stato spiegato da più autori (ad esempio, Michele Polo su Lavoce.info e Davide De Luca su ilPost.it) il dato italiano è pura fantasia.

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Contro la corruzione meno burocrazia – FIRSTonline,11 maggio 2016

Le classifiche internazionali sulla corruzione si basano sulla “corruzione percepita”, che riflette valutazioni soggettive ma che non è la “corruzione reale”, sulla quale purtroppo mancano dati attendibili, come evidenzia una recente ricerca della Banca d’Italia – Per contrastare la corruzione non servono però nuove norme e nuovi controlli ma una buona riforma della Pa e lo snellimento della burocrazia

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