Sul bilancio del governo Renzi in campo economico si contrappongono due tesi opposte. Secondo una tesi cara alla sinistra, ma che trova ampia eco anche a destra, il governo Renzi avrebbe continuato con le politiche di austerità dei governi precedenti e ciò spiegherebbe i modesti risultati sull’economia.
Leggi tutto “Il bilancio del governo Renzi: su deficit e spesa terza via pragmatica fra liberisti e Keynes – Il Sole 24 Ore, venerdì 16 dicembre 2016”La minoranza PD chiede una svolta, ma l’immagine del PD è quella di Renzi. Se la rinnegassimo gli elettori non ci crederebbero.
Come era prevedibile, la minoranza Pd chiede una svolta rispetto alle politiche di Renzi, più attenta al disaggio sociale che si è espresso con il No al referendum. Legittimo da parte loro. Ma non pensino di sbarazzarsi dell’eredità di Renzi. Alle elezioni politiche l’immagine del Pd sarà quella che ha forgiato Renzi. O riusciamo a difendere quell’immagine oppure perdiamo. Io penso che nel complesso abbiamo fatto le cose giuste, ma il punto è un altro. Se adesso ci mettiamo anche noi a distruggere ciò che abbiamo fatto in questi anni (dagli 80 euro al Jobsact, la Pa, la giustizia ecc.), gli elettori non ci premieranno. Finiranno per credere che in effetti abbiamo sbagliato tutto (o comunque molto), come sostengono le opposizioni. E chi si convince che abbiamo sbagliato tutto o molto perché mai dovrebbe darci il voto? Mi pare semplice. Spero che tutti lo capiscano.
Leggi tutto “La minoranza PD chiede una svolta, ma l’immagine del PD è quella di Renzi. Se la rinnegassimo gli elettori non ci crederebbero.”L’emendamento 52.71 alla legge di Bilancio 2017
Con questo emendamento Forza Italia propone di mettere sul pubblico impiego ulteriori 2,6 miliardi nel 2017 e 7,8 miliardi nel triennio. Più di quello che chiedono i sindacati. Le coperture sono generiche “razionalizzazioni della spesa” con tanto di clausole di salvaguardia che prevedono più tasse. Le maggiori tasse stanno al punto 5 bis. Questo è il de profundis definitivo per la famosa rivoluzione liberale sempre promessa da Berlusconi, mai attuata e oggi platealmente tradita.
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La riforma della costituzione e l’economia: la sfida della veduta lunga. Da “formiche, novembre 2016”.
La riforma costituzionale è cruciale per le prospettive dell’economia perché, come diceva Tommaso Padoa-Schioppa, l’Italia ha quasi sempre avuto governi con la “veduta corta”. La riforma pone le premesse per allungare la veduta dei governi perché elimina due fattori di potenziale instabilità: la necessità di ottenere la fiducia di due camere, spesso con maggioranze diverse, e l’eccessivo potere che fu dato alle regioni con la riforma del 2001.
Leggi tutto “La riforma della costituzione e l’economia: la sfida della veduta lunga. Da “formiche, novembre 2016”.”Pensioni ed equità tra le generazioni – con Mauro Marè, L’Unità, 1 novembre 2016
Negli ultimi giorni il Presidente dell’Inps ha mosso severe critiche alle proposte del governo in materia di pensioni, sostenendo che il piano formulato dall’Inps l’anno scorso (“Non per cassa, ma per equità”) sarebbe più favorevole ai giovani e non peserebbe sui conti pubblici. Come abbiamo già più volte argomentato, non comprendiamo come si possa dire che quel piano fosse favorevole ai giovani. Esso offriva benefici solo alla generazione fra i 55 e i 67 anni. Ai giovani non andava un solo euro. Anzi nel loro insieme le proposte del piano Inps avrebbero comportato un aumento del disavanzo, per importi annui stimati dalla stessa Inps fra 1 e 4 miliardi per circa un decennio, il che comportava un maggior onere futuro a carico dei giovani. Vero è che in quel piano la flessibilità pensionistica era calcolata interamente sulla base di parametri attuariali, più ancora di quanto avvenga oggi con l’APE ordinario, e quindi nel lungo periodo sarebbe stata pagata – anche questo va detto – dagli stessi pensionati e non dallo Stato. Ma non è chiaro come un maggior disavanzo per almeno un decennio possa produrre un beneficio per i giovani.
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