Il problema dell’Italia non è l’euro, Il Sole24Ore, 1 marzo 2017, Lorenzo Codogno e Giampaolo Galli

Uscire dall’euro è davvero la carta vincente per l’Italia? Parte dell’elettorato sembra effettivamente pensarlo. Dunque, chi difende la moneta unica deve accettare di discuterne seriamente e in maniera documentata.

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Italexit non risolverebbe nessuno dei problemi dell’Italia – di Lorenzo Codogno e Giampaolo Galli, 23 febbraio 2017,

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L’Italia di fronte alla sfida dei cambiamenti globali

La crescita dei movimenti populisti e antieuropei non ha risparmiato l’Italia. Quasi tutti
chiedono l’uscita dall’euro, molti chiedono anche l’uscita dall’UE: la seconda è una strada percorribile anche se estremamente complessa, come il Regno Unito sta scoprendo a sue spese in questi mesi. L’uscita dall’unione monetaria creerebbe invece un problema su una scala completamente diversa, con conseguenze negative che si protrarrebbero per molti anni. Inoltre, non risolverebbe i problemi che si vorrebbero risolvere. Trascurando le motivazioni politiche, alcuni commentatori – come gli autori di un recente documento di Mediobanca Securities – sostengono invece che lasciare l’euro sia fattibile e che l’Italia potrebbe perfino trovarsi ad ottenere un piccolo vantaggio di 8 miliardi di euro.[1] Essi forniscono inoltre argomenti tecnici sugli effetti della ridenominazione del debito, sostenendo che tale ridenominazione, se rimandata al futuro, si rivelerebbe troppo costosa e che, quindi, andrebbe adottata il prima possibile. Su questo punto siamo in netto disaccordo.

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Italexit, che boomerang: il debito al 160% del Pil in una notte – FIRSTonline, 16 febbraio 2017

Il report di Mediobanca su Italexit non convince: ecco i veri conti sull’ipotetica uscita dell’Italia dall’euro – La svalutazione del 30% della lira farebbe lievitare il debito pubblico portandolo dall’attuale 133 al 160% del Pil in poche ore e, come avverte Standard and Poor’s, la ridenominazione dei vecchi titoli pubblici sarebbe considerata dai mercati alla stregua di un default.

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Giampaolo Galli: “Mercati globali richiedono regole globali, ma non è la finanza che crea instabilità e diseguaglianze”, Astrid 23-01-2017

Negli ultimi anni, in conseguenza della crisi, si è sviluppata un’ampia letteratura critica sui mercati finanziari e sul loro ruolo nello sviluppo dell’economia mondiale e dei singoli paesi.

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Intervento a “L’Europa che ci vuole”, organizzato dal Forum Esteri PD Roma – 30 gennaio 2017

Il 30 gennaio scorso si è svolta l’iniziativa L’Europa che ci vuole – Parlare dell’UE oltre i luoghi comuni, in cui sono intervenuto per smontare alcuni luoghi comuni, appunto, che ruotano intorno all’Unione e al suo ruolo nella vita del nostro Paese.

Trovate le slides dell’intervento qui.

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