Consob, deputati Pd: volerla tutelare non è censura a Minenna

“Interrogazione a tutela integrità e indipendenza” Roma, 6 apr. (askanews) –

“L’interrogazione da noi depositata a proposito di Marcello Minenna mira esclusivamente a tutelare l’indipendenza e l’integrità della Consob”. Lo dichiarano i deputati del Partito democratico Sergio Boccadutri, Carlo Dell’Aringa, Andrea Romano, Giampaolo Galli, a proposito dell’interrogazione presentata da Boccadutri e controfirmata dai tre colleghi. “Riteniamo – spiegano – che un dirigente dell’autorità preposta alla tutela del mercato non possa intrattenere rapporti di collaborazione con un soggetto controllato (Mediobanca Sec. che fa capo a Mediobanca S.P.A.) e che, allo stesso modo, debba astenersi dall’esprimere giudizi, che sono chiaramente “market sensitive”, relativi sia agli andamenti generali dei mercati (cambi, tassi d’interesse, probabilità di rottura dell’euro ecc.) sia, soprattutto, alle prospettive di strumenti finanziari di singoli emittenti (Mediolanum, Banca Nuova, Banco Popolare, Banca Desio, MPS ecc.). Sul sito internet personale del dott. Minenna si trovano frasi come ‘questa obbligazione ha una probabilità del 18,24 per cento di perdere circa 75 euro su 100 investiti’, che sono chiaramente incompatibili con il ruolo di dirigente della Consob, a maggior ragione se inquadrato nella ‘Divisione Mercati'”.

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Interrogazione a prima firma Boccadutri sul caso Minenna

Interrogazione a risposta in commissione 5-11018
presentato da BOCCADUTRI Sergio
testo di Giovedì 30 marzo 2017, seduta n. 770
BOCCADUTRI, DELL’ARINGA, ANDREA ROMANO e GIAMPAOLO GALLI. — Al Ministro dell’economia e delle finanze, al Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione . — Per sapere – premesso che:
il dottor Marcello Minenna, già assessore al bilancio, al patrimonio e alle partecipate del comune di Roma tra luglio e settembre 2016, è dipendente a tempo pieno della Commissione nazionale per le società e la Borsa (Consob) e ivi dirigente responsabile dell’Ufficio Analisi Quantitative e Innovazione Finanziaria all’interno «Divisione Mercati»;
in un rapporto pubblicato il 19 gennaio 2017 dall’ufficio studi di Mediobanca Securities, società specializzata in intermediazione finanziaria del gruppo Mediobanca S.p.a. – società soggetta al controllo della Consob – il nome del dottor Minenna compare come coautore esterno (guest contributor), con la qualifica di Adjunct Professor alla «London Graduate School of Mathematical Finance»;
in vari articoli di giornale (tra cui il Corriere della Sera Economia del 6 febbraio scorso) il dottor Minenna si qualifica come coautore materiale del suddetto Rapporto assieme agli analisti di Mediobanca («in un recente lavoro fatto con…»);
il dottor Minenna ha un sito internet personale nel quale vi è una sezione in cui vengono rese pubbliche alcune delle analisi di Mediobanca Securities, e sono riportati articoli e interviste dello stesso Minenna e di terzi in cui si esprimono opinioni sulla politica economica (es. «Se non cambia il fiscal compact, meglio fuori dall’euro», l’Avvenire del 7 febbraio 2017; «L’Italia è intrappolata in un’Unione Monetaria soffocante», Il Corriere della Sera del 6 febbraio 2017) e si forniscono giudizi che sono suscettibili di influenzare l’andamento generale dei mercati (es. «ora il dollaro sale,… ma fra qualche mese…», l’Espresso del 29 ottobre 2016) nonché quello di singoli titoli (Mediolanum, Banca Nuova, Banco Popolare, Banca Desio, MPS ecc.);
i giudizi formulati su singoli titoli (es.: «questa emissione obbligazionaria ha una probabilità del 18,24 per cento di perdere circa 75 euro su 100 investiti»; il Sole 24 Ore Plus del 28 gennaio 2017) esulano da quelli che sono gli obblighi informativi tassativamente previsti dalla normativa vigente, cui non può che attenersi un funzionario della Consob;
il decreto legislativo n. 165 del 2001, contenente le norme generali in materia di incompatibilità e cumulo di impieghi ed incarichi, si applica, per espresso dettato normativo, anche al personale della Consob;
l’articolo 2, comma 6, del decreto-legge n. 95 del 1974, istitutivo della Consob, stabilisce che «al personale in servizio presso la Commissione è in ogni caso fatto divieto di assumere altro impiego o incarico o esercitare attività professionali, commerciali o industriali»;
il regolamento del personale Consob stabilisce che al personale è fatto divieto di svolgere attività comunque contraria agli interessi e alle finalità dell’amministrazione o comunque incompatibile con i doveri d’ufficio (articolo 20);
il codice etico per il personale Consob, inoltre, prevede che il dipendente non intrattenga con soggetti coinvolti o interessati dall’attività della Consob rapporti tali da poter compromettere la sua indipendenza, a vulnerare la sua imparzialità (articolo 3), evitando qualsiasi situazione che possa dar luogo a conflitti d’interesse, non utilizzando né diffondendo informazioni riservate al fine di trarre vantaggio per se stesso, per il proprio nucleo familiare o per altri soggetti (articolo 5);
desta preoccupazione che un dirigente della Consob possa svolgere attività che appaiono incompatibili con la propria posizione rilasciando interviste e dando evidenza ad analisi sue o di terzi che sono potenzialmente in grado di influenzare i mercati –:
quali siano gli orientamenti del Governo in relazione ai fatti esposti in premessa, con particolare riferimento ai potenziali conflitti di interesse e ai conseguenti effetti distorsivi sui mercati finanziari e sul corretto funzionamento degli organismi preposti alla vigilanza su di essi, anche con riguardo all’applicabilità della disciplina vigente in materia di incompatibilità. (5-11018).

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Fisco e investimenti, due filoni per il governo – Il Sole 24 Ore, 28 marzo 2017

Come incide sull’azione di governo la grande confusione che regna nella politica italiana? Riesce il governo a decidere oppure si sta materializzando quello spettro del “tirare a campare” che Paolo Gentiloni dice di voler scongiurare?

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Uscire dalla moneta unica vuol dire tagliare i salari – Il Sole 24 Ore, 9 febbraio 2017, di Lorenzo Codogno e Giampaolo Galli

 Al nostro articolo del 1 marzo scorso su questo giornale (“Non è l’euro il problema dell’Italia”) sono state mosse due osservazioni critiche da parte di persone seriamente interessate al tema. Dato che si tratta di due punti cruciali, proviamo a fornire qualche chiarimento.

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Ripartire dalle politiche per la crescita – L’Unità, 8 marzo 2017

Comprensibilmente, la riflessione autocritica nel Partito Democratico si sta concentrando sulle grandi questioni che creano malessere in gran parte dei paesi ricchi: globalizzazione, rivoluzione digitale, diseguaglianze. In effetti, è su questi temi che bisogna ragionare se si vogliono capire fenomeni come la Brexit o la vittoria di Trump.  Questi problemi esistono anche in Italia, ma non dobbiamo dimenticare che da noi si intrecciano con un problema più grande che è la nostra straordinaria anomalia in termini di mancata crescita.

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