L’andamento dei tassi d’interesse sui titoli di Stato negli ultimi mesi mostra che la nostra stabilità finanziaria è a rischio. Questo rischio diventerebbe gravissimo se nella legge di bilancio dovesse prevalere una linea di spesa in deficit, anziché quella più prudente del Ministro Tria.
Leggi tutto “Stabilità finanziaria a rischio se dovesse prevalere la linea della spesa in deficit, replica a La Malfa; con Carlo Cottarelli, Corriere della Sera, 7 agosto 2018”Il miraggio che il debito non conti, con Carlo Cottarelli, 06.08.2018, La Stampa
Agli allarmi degli economisti sui rischi di crisi finanziaria che incombono sull’Italia se si abbandonasse una linea di fermezza circa l’appartenenza all’euro e di prudenza in materia di conti pubblici, alcuni esponenti dell’attuale maggioranza rispondono che la volontà del popolo è sovrana e non può accettare di essere subordinata a volontà terze, men che meno alla volontà dei mercati finanziari. Dunque può anche darsi che ci siano dei rischi, ma se il popolo sovrano ritiene che sia giusto, ad esempio, aumentare la spesa per il reddito di cittadinanza, questa cosa deve essere fatta. Sulla base di questo argomento vengono censurati i governi degli anni scorsi, in quanto rei di aver ceduto alle pressioni dei mercati e dunque, in qualche modo, di aver svenduto la democrazia italiana, se addirittura l’Italia stessa, a una élite finanziaria che, secondo alcuni, dominerebbe il mondo. Questi argomenti connotano in modo molto netto, le posizioni che generalmente vengono definite sovraniste e che sono largamente trasversali fra destra e sinistra.
Leggi tutto “Il miraggio che il debito non conti, con Carlo Cottarelli, 06.08.2018, La Stampa”Dialogo fra Salvatore Borghi e Helmut Bossi
Se avesse ragione Borghi, la Lega non avrebbe avuto ragione di esistere.
Se avesse ragione Claudio Borghi, le Lega Nord non avrebbe mai avuto ragione di esistere. Le sue bizzarre teorie “sovraniste” sono infatti la negazione della ragione sociale della Lega, nel senso che negano in radice ogni validità logica a tutto ciò che la Lega, quando era ancora Lega Nord, sosteneva a proposito delle Regioni del Sud, alle quali si dovevano imporre i costi standard (ricordate?) perché i contribuenti della Padania erano stufi di pagare il conto.
Un cittadino del Sud – chiamiamolo Salvatore Borghi – che avesse avuto allora le stesse idee che ha adesso l’on. Borghi avrebbe potuto rispondere, con l’aria scanzonata di quello che sa che gli altri stanno dicendo panzane colossali: “Ma fatemi capire! Che problema c’è? Basta che la Banca d’Italia metta i soldi nelle regioni del Sud e la spesa delle amministrazioni del Sud è perfettamente sostenibile e non pesa sui cittadini del Nord. È così semplice!”
Al che un cittadino padano di solido buon senso, chiamiamolo Helmut Bossi, avrebbe ovviamente risposto: “Eh no, caro Borghi, lei non può pensare di prenderci per il naso in questo modo. Noi vogliamo i costi standard perché non è giusto che al Sud una siringa costi tre volte di più che al Nord”.
S. Borghi: “Caro Helmut Bossi, lei non ha capito niente di cos’è una Banca Centrale e non sa nulla della MMT (moderna teoria monetaria)”
H.Bossi: “Io so una cosa sola: nella Padania, la ricchezza ce la siamo creata con il sudore della fronte, non ce l’ha regalata nessuno”.
S. Borghi: “Ma che dice! Vuole che le faccia il conto delle città del Nord che sono state salvate dallo Stato o dei vostri banchieri bancarottieri salvati dalla Banca d’Italia?”.
H.Bossi: “Guardi, da noi i soldi circolano perché la gente lavora e crea ricchezza. Non è che c’è la ricchezza perché circolano i soldi. E la Banca d’Italia non è l’albero della cuccagna; la Banca d’Italia è di tutti gli italiani e quindi alla fine a pagare il conto per il Sud sarebbero sempre i padani che più di tutti contribuiscono a produrre il Pil della nazione”.
S. Borghi: “Ah, proprio non capisce. Eppure è così semplice. Dove crede che li prende i soldi la Banca d’Italia: li stampa e basta! È così semplice”.
H. Bossi: “No, no, ho capito benissimo. Voi del Sud state soltanto cercando delle gabole per sfilarci i soldi che noi e nostri padri ci siamo guadagnati con tanti sacrifici. Sa cosa le dico: va, va…vada a laurà, Signor Borghi”.
P.S. Per fortuna, in Italia le posizioni della Lega Nord non hanno mai impedito che si realizzasse un certo grado di solidarietà fra le regioni italiane. E per fortuna nessun meridionalista ha mai sostenuto le sciocchezze di Salvatore Borghi. Diciamo per fortuna, perché argomenti del genere avrebbero ancor più avvelenato i rapporti fra regioni italiane. Purtroppo invece, questi stessi argomenti oggi avvelenano i nostri rapporti con i paesi del Nord Europa perché inducono un certo numero di italiani a credere che la Bce sia l’albero della cuccagna e che i paesi del nord ci vogliano impedire di mettere le mani su di essa per sadismo, senza nessun valido argomento.
La cosa più grave è che questi falsi argomenti ci impediscono di far avanzare le più che legittime richieste del Mezzogiorno d’Europa, come una maggiore condivisione dei rischi e una migliore governance dell’Eurozona.
Infine questi argomenti ci impediscono di capire che dobbiamo tenere in ordine i conti pubblici e che lo spread è un rischio serio che non può essere esorcizzato con l’argomento che la Bce dovrebbe comprare i nostri titoli, e tenerli in portafoglio per sempre. Perché la BCE non è e non può essere l’albero della cuccagna. Come non lo era la Banca d’Italia; se lo fosse stata, la Lega Nord non avrebbe mai avuto ragione di esistere.
Non è aumentando il deficit che si riduce il rapporto debito/pil: risposta a Giorgio La Malfa, 1 agosto 2018.
Caro Direttore
nella sua lettera pubblicata dal Corriere il 30 luglio, Giorgio La Malfa propone di fissare prioritariamente gli obiettivi di crescita per i prossimi anni e da questi derivare, a ritroso, gli obiettivi di finanza pubblica. L’argomento è che solo con una crescita più elevata si può ridurre il rapporto tra debito pubblico e Pil e che tale crescita richiede un aumento del deficit pubblico. Questa è peraltro l’approccio incluso nel contratto di governo: solo con un aumento del deficit si può ridurre il rapporto tra debito e Pil. Siamo naturalmente d’accordo sulla necessità di accelerare la crescita della nostra economia, nonché sul fatto che una maggiore crescita faciliterebbe la riduzione del rapporto tra debito e Pil, che è un obiettivo fondamentale per metterci al riparo da attacchi speculativi. Ma non pensiamo che questo obiettivo possa essere raggiunto attraverso un aumento del deficit. Vediamo perché.
Leggi tutto “Non è aumentando il deficit che si riduce il rapporto debito/pil: risposta a Giorgio La Malfa, 1 agosto 2018.”Trump attacca la Fed. Come in Italia, populisti contro le autorità indipendenti. Inpiù, 23 luglio 2018.
L’attacco alle competenze e alle autorità indipendenti è un tratto comune ai governi populisti. In Italia si attaccano l’Inps, la Ragioneria dello Stato e il Ministero dell’Economia. Negli Stati Uniti, Trump ha attaccato le agenzie di intelligence che hanno indagato Russiagate e ora attacca la Fed sostenendo che gli aumenti dei tassi d’interesse rappresentano un danno per l’economia: “Abbiamo debiti in scadenza e alziamo i tassi. Davvero?”.
Leggi tutto “Trump attacca la Fed. Come in Italia, populisti contro le autorità indipendenti. Inpiù, 23 luglio 2018.”