Lezioni per i populisti, di Giampaolo Galli, Inpiù, 15 gennaio 2019

Ci sono parecchie lezioni che si spera i populisti abbiano imparato dalla vicenda della manovra di bilancio. La prima è che è controproducente sfidare i mercati finanziari: i costi in termini di oneri sul debito pubblico, sfiducia nel sistema paese e recessione economica sono semplicemente proibitivi.

Dopo anni di retorica contro i governi proni ai mercati, anche i populisti si sono dovuti piegare. Sarebbe bello far capire che il “dominio dei mercati” non è una novità, c’è sempre stato per le nazioni indebitate e non è il risultato di moderne diavolerie come la globalizzazione e la finanziarizzazione. Come diceva l’ex premier svedese Göran Persson: una nazione indebitata non è mai libera. Sarebbe bello, ma forse è chiedere troppo.

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Lo stallo della Consob, di Riccardo Sabbatini, Inpiù, 14 gennaio 2019,

Il candidato della maggioranza non sembra avere i requisiti previsti dalla legge

Ridateci Cirino Pomicino! Neanche ai tempi della Dc si era visto lo spettacolo cui stiamo assistendo in questi giorni: partiti di governo che occupano cariche pubbliche al grido di “questo è mio!”. Sta avvenendo all’Inps (chissà perchè i sindacati non si fanno sentire, dopotutto sono in gioco i soldi dei lavoratori) e soprattutto alla Consob, l’autorità vigilanza sui mercati finanziari e la Borsa. “E’ Marcello Minenna il nome del M5S e della Lega alla presidenza Consob“, ha detto nei giorni scorsi il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico Di Maio dimenticando, appunto, che la nomina spetta al Governo e non ai partiti. La carica richiede – esige la legge – la scelta di persone “di specifica e comprovata esperienza e di indiscussa moralità e indipendenza”. Le può vantare Minenna? Può essere obiettato che un candidato con l’unico incarico di responsabile dell’ufficio Consob sulle analisi quantitative, tutta questa “comprovata esperienza” non ce l’abbia. Minenna è balzato agli onori della cronaca per l’idea di inserire nei prospetti informativi dei singoli prodotti finanziari “scenari probabilistici” in grado di predire la loro capacità di battere un prodotto “free-risk”.

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Bene aver evitato la procedura di infrazione, ma i conti ancora non tornano, Giampaolo Galli, Democratica, 19/12/2018

Parla il vice direttore dell’Osservatorio dei Conti pubblici presso l’Università Cattolica.

L’Italia evita la procedura d’infrazione. E’ una vittoria per il nostro Paese o per l’Europa?

“E’ un fatto positivo. Per l’Italia la procedura d’infrazione sarebbe stata un grosso problema. Per il governo, dopo le dichiarazioni bellicose dei primi mesi, è stata una lezione di realismo”

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La struttura della manovra non cambia, di Giampaolo Galli, Inpiù, 14 dicembre 2018

Moscovici ha dichiarato che l’Italia ha fatto un passo avanti, ma che lo sforzo ancora non basta. In effetti, non si capisce che cosa cambi di sostanziale nella manovra. Per quel che ne sappiamo, la riduzione da 2,4% a 2 (e qualcosa) viene ottenuta essenzialmente attraverso qualche rinvio. Il reddito di cittadinanza entrerebbe in vigore non gennaio, ma forse ad aprile – cosa che già sarebbe miracolosa- e le uscite per la cosiddetta quota 100 verrebbero ritardate con il sistema delle finestre. Queste misure non cambiano le tendenze di fondo della finanza pubblica e ovviamente non riducono il deficit nel 2020 e negli anni seguenti.

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Improbabile che possa bastare una limatura al deficit, di Giampaolo Galli, Inpiù, 12 dicembre 2018

In sostanza, è un ricatto. Alcuni lo dicono apertamente, altri lo lasciano intendere: la Commissione Europea non si può permettere di far scoppiare una crisi sulla manovra dell’Italia, perché nessun leader europeo ha voglia di affrontare un nuovo focolaio di crisi in Europa, specie dopo quello che è successo in Francia e le tensioni sulla Brexit.

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