La vicenda recente dell’Argentina dimostra quanto sia sbagliata l’idea che una politica monetaria sovrana sia in grado di evitare, in presenza di seri squilibri macroeconomici, il default sul debito pubblico e una forte svalutazione del tasso di cambio, con effetti molto pesanti sull’inflazione e sul tenore di vita della popolazione. Il fallimento del programma di modernizzazione messo in atto dal governo Macri, con il sostegno del Fondo Monetario Internazionale, non è attribuibile a un eccesso di austerità, in quanto fino al 2018 non vi è stata alcuna riduzione del deficit pubblico e la crescita degli aggregati monetari si è mantenuta elevata. Hanno contato soprattutto due fattori: una sequenza probabilmente sbagliata delle azioni di politica economica e la prospettiva di un ritorno al potere dei peronisti: quest’ultimo è stato il fattore scatenante della crisi delle ultime settimane a seguito della sconfitta di Macri, l’11 agosto, alle elezioni primarie per la Presidenza della Repubblica. Leggi tutto “Lezioni dall’Argentina, di Giampaolo Galli e Pietro Mistura, 18 settembre 2019, Osservatorio CPI.”
BRINDISI ALL’EUROPA, MA ATTENTI AI VECCHI VIZI, di Giampaolo Galli, Inpiù, 10 settembre 2019
E’ difficile non provare al tempo stesso due sentimenti in parte contraddittori. Da un lato un senso di sollievo per lo scampato pericolo: è stata scongiurata la prospettiva di un Salvini con pieni poteri e in guerra permanente con l’Europa. Leggi tutto “BRINDISI ALL’EUROPA, MA ATTENTI AI VECCHI VIZI, di Giampaolo Galli, Inpiù, 10 settembre 2019”
La curva di Laffer e la flat tax, di Giampaolo Galli e Luca Gerotto, 12 Agosto 2019, Osservatorio CPI
Di tanto in tanto, nel dibattito pubblico, riemerge l’idea, collegata alla cosiddetta “curva di Laffer”, che riduzioni delle aliquote fiscali siano un tale toccasana per l’economia che il gettito complessivo, anziché calare, aumenterebbe. Benché in astratto l‘idea di Laffer poggi su delle basi logiche ragionevoli, spesso ci si dimentica che questa conclusione può valere solo in circostanze molto particolari. Gli studi scientifici disponibili sull’Italia e sugli altri paesi sviluppati vanno chiaramente nella direzione opposta: riduzioni delle aliquote riducono il gettito fiscale. Questo è il consenso pressoché plebiscitario degli economisti. Con riferimento al dibattito italiano attuale, l’indicazione chiara è che la cosiddetta “flat tax” ha bisogno di normali coperture di bilancio in quanto non è in grado di autofinanziarsi. Leggi tutto “La curva di Laffer e la flat tax, di Giampaolo Galli e Luca Gerotto, 12 Agosto 2019, Osservatorio CPI”
A volte è vero che non ci sono alternative: il 4 agosto 2011 le parti sociali scrissero un documento molto simile alla lettera che giunse il giorno dopo dalla BCE.
Il 4 agosto 2011, dunque il giorno prima della lettera della BCE, sindacati e Confindustria convocarono (letteralmente) il governo sulla base di un breve documento comune che metteva al centro l’urgenza di risanare i conti pubblici.
Leggi tutto “A volte è vero che non ci sono alternative: il 4 agosto 2011 le parti sociali scrissero un documento molto simile alla lettera che giunse il giorno dopo dalla BCE.”Il Pil è fermo, ma l’occupazione aumenta: è una conseguenza della legge Fornero, di Giampaolo Galli, Inpiù, 2 agosto 2019.
Mentre il Pil è a crescita zero in termini sia congiunturale sia tendenziali, l’occupazione è aumentata a giugno di ben 115 mila unità (+0,5%) rispetto al giugno del 2018. Anche su base trimestrale l’occupazione ha messo a segno un dato positivo; nel secondo trimestre 2019 si sono registrati 124 mila occupati in più (anche qui, +0,5%) rispetto nel primo trimestre. Alcuni hanno messo in dubbio la validità dei dati Istat, ma forse non ce n’è bisogno. L’aumento dell’occupazione è spiegabile ancora con l’”effetto Fornero”, ossia il fatto che continua ad aumentare l’età effettiva di pensionamento; effetto che per ora è stato solo scalfito dalla controriforma di Quota 100. Infatti, gli occupati sopra i 50 anni di età sono aumentati di ben 292 mila unità (+3,5%) rispetto al giugno 2018, il che significa che gli occupati di tutte le altre classi di età sono diminuiti di 177 mila. Ha fatto un certo scalpore che siano aumentati gli occupati nella classe 15-24 anni, ma il loro aumento tendenziale (+46 mila) è più che compensato dalla riduzione degli occupati nella classe 25-34 (-51 mila) e soprattutto nella classe 35-49 (-172mila). A questi dati bisogna aggiungere l’aumento di ben il 42,6% della cassa integrazione fra giugno 2018 e giugno 2019, che corrisponde a circa 50mila occupati in meno; l’aumento è dovuto alle molte aree di crisi e al fatto che questo governo ha riattivato sia la cassa in deroga (aumentata in un anno del 462%) sia l’ossimoro della Cassa integrazione per cessazione di attività. In teoria i dati Istat delle forze di lavoro tengono conto della Cassa Integrazione, nonché della sua articolazione fra diversi regimi di orario, ma in realtà è possibile che un dipendente in CIG risponda all’intervistatore Istat che è comunque occupato -il che è giuridicamente e sostanzialmente corretto-, anche se magari non ha lavorato neanche un’ora nella settimana di riferimento. Si può obiettare che, anche tenendo conto del fattore Cassa Integrazione, nel complesso gli occupati sono aumentati, il che non sembra coerente con la crescita zero del Pil. Qui occorre tenere conto del fatto che i dati Istat sulle forze di lavoro non disaggregano fra settore pubblico e settore privato; quindi è possibile che l’aumento sia concentrato nel settore pubblico. Questo è molto probabile alla luce del fatto che per ora Quota 100 ha consentito solo l’uscita, a partire dalla finestra di aprile, di lavoratori nel comparto privato. La prima finestra per i dipendenti pubblici è infatti ad agosto (a settembre per i dipendenti della scuola). Inoltre, le imprese sanno che nei prossimi mesi perderanno altri dipendenti che matureranno Quota 100: quindi non hanno fretta di mettere fuori altri lavoratori per riequilibrare, se già non lo hanno fatto, il rapporto fra livello di attività stazionario e occupazione (degli anziani) in crescita. Il riequilibrio verso un livello di occupazione più basso verrà da sé, quale gradito regalo del governo come stiamo verificando in questi giorni nel caso delle banche.
Leggi tutto “Il Pil è fermo, ma l’occupazione aumenta: è una conseguenza della legge Fornero, di Giampaolo Galli, Inpiù, 2 agosto 2019.”