IL NUOVO PNRR: NOVITÀ CHE NON AIUTANO LA CRESCITA

di Giampaolo Galli, Inpiù, 12 gennaio 2021

E’ auspicabile che la nuova bozza del PNRR venga approvata stasera dal Consiglio dei Ministri anche se lascia in sospeso la controversa questione della governance e introduce due cambiamenti di fondo che non giovano all’efficacia del piano. Il primo è che perde importanza la questione del ritorno alla crescita dopo un quarto di secolo di stagnazione; diventano invece centrali le questioni delle disuguaglianze di genere, di età e territoriali. Le parole “giovane o giovanile” compaiono 100 volte nella nuova bozza, a fronte di 29 volte nella precedente; le parole “Sud o Mezzogiorno” compaiono 142 volte, a fronte di 44; le parole “donne o donna” compaiono 43 volte, contro 25. Per contro diminuisce la frequenza della parola “produttività” che passa da 18 a 12 citazioni. La filosofia sottostante è che la mancata crescita è il risultato delle diseguaglianze e non viceversa.

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Recovery plan, niente panico ma fare in fretta. Intervista di Gianluca Zapponini a Giampaolo Galli, Formiche, 11 gennaio 2021

L’economista dell’Osservatorio sui conti pubblici della Cattolica: niente panico ma il tempo stringe e il piano va approvato il prima possibile. Mi preoccupa l’assenza di governance ma più di tutto la mancanza di progetti reali. Impossibile immaginare una ripresa dell’economia senza prima abbattere il virus. L’assalto al Congresso? Una lezione per l’Europa: da oggi in poi dovrà farcela con le sue gambe.

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Il vero negoziato su Brexit inizia soltanto adesso

di Lorenzo Codogno e Giampaolo Galli, Domani, 5 gennaio 2021

  • Con l’accordo con l’Unione europea non si conclude la Brexit, ma si dà inizio a un processo: potrebbe portare a notevoli divergenze e alla rottura del grande mercato europeo, ma potrebbe anche consentire il mantenimento più o meno inalterato della situazione attuale.
  • La questione di gran lunga più rilevante è la cosiddetta “parità di condizioni” per l’accesso al mercato unico europeo.
  • Londra rischia molto: se si allontanerà dagli standard europei, perderà l’accesso al mercato unico. Oppure sarà costretta a cedere sovranità e seguire gli sviluppi del mercato unico europeo senza avere voce in capitolo.

Qui il link all’articolo su Domani

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Mezzogiorno, spesa efficiente e diritti per tutti.

Dibattito su LiberiOltre fra Giampaolo Galli Andrea Giovanardi e Marco Esposito, 6 gennaio 2021

Ragionamenti sul Mezzogiorno e sui conti pubblici territoriali.

I diritti di cittadinanza devono essere uguali su tutto il territorio nazionale, ma i problemi del Mezzogiorno non sono una colpa del Nord, così come i problemi dell’Italia non sono una colpa dell’Europa o della Germania.

Sfatiamo qualche luogo comune sul Mezzogiorno. In pillole:

  • non è vero che il Mezzogiorno cresce meno del resto del Paese;
  • non è vero che gli investimenti pubblici penalizzano il Mezzogiorno;
  • non è vero che gli investimenti complessivi (pubblici+privati) penalizzano il Mezzogiorno, anzi dagli anni cinquanta al Mezzogiorno sono stati destinati molti più investimenti che al Centro-Nord.
  • non è vero che la spesa pubblica (complessiva) pro capite è più bassa al Sud;
  • è vero che i servizi pubblici (dagli asili alla giustizia) sono molto più carenti e sono causa di sofferenza sociale;
  • la questione cruciale è la qualità delle istituzioni (e dunque delle classi dirigenti locali).

Ciò detto, è giusto dedicare somma cospicue del Recovery plan al Mezzogiorno.

Come affronteremo il problema del debito da Covid?

L’esperienza dei due dopo-guerra non è replicabile.

di Giampaolo Galli, Il Riformista, 5 gennaio 2021

Uno dei lasciti dell’epidemia sarà un debito pubblico elevatissimo, che probabilmente a fine 2020 dovrebbe essersi attestato attorno al 160% del Pil, il valore più alto dall’Unità d’Italia. Il debito raggiunse un valore simile, 159%, dopo la prima guerra mondiale, nel 1920.

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