MES, BEN VENGA LA RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO, di Giampaolo Galli, 3 dicembre 2019, Inpiù.

Dopo il dibattito in Parlamento sulle dichiarazioni del Presidente del Consiglio,  Conte e Gualtieri non potranno non avvisare i partner europei che la ratifica della riforma del Mes da parte del Parlamento italiano non è del tutto scontata, anche perché – sia detto fra partentesi – non è scontato che questo governo sopravviva ai tanti motivi di contrasto che stanno emergendo fra i partiti della coalizione. Sarà cruciale al riguardo la risoluzione parlamentare che verrà votata prima del Consiglio Europeo del 12 dicembre. Per chi vuole vedere il bicchiere mezzo pieno, sarà forse la prima volta che il Parlamento italiano si pronuncerà su una questione europea dopo un intenso, anche se sgangherato, dibattito pubblico.

Al di là del merito, per i populisti il Mes è come la Tav o il Tap o l’Ilva, o il franco CFA o le banche: simboli di un potere oscuro che vuole il male del popolo e attenta alla sua sovranità.  Peggio ancora, nella simbologia populista il Mes è sinonimo di austerità e di un’Europa di tecnocrati asserviti allo strapotere della Germania e della grande finanza: tutte queste cose, per quanto assurde, sono state dette per anni e sono ancora oggi sulla bocca dei sovranisti. Ancora in questi giorni abbiamo sentito dire che il Mes servirebbe per salvare le grandi banche tedesche in crisi, che è una sciocchezza, ma ha la forza di un messaggio politico che mette insieme, in un’unica frase, i grandi nemici del populismo: Europa, Germania, banche. Ben venga dunque un ampio dibattito pubblico: alla fine – ne sono certo – si capirà che il Mes è un’istituzione utile perché offre una rete di protezione soprattutto a paesi come l’Italia che, nella valutazione dei mercati, sono particolarmente esposti alle crisi. Ben venga anche un voto del Parlamento: verrà messa una pietra tombale su uno dei principali totem di cui si è nutrito il populismo in questi anni e su cui ha costruito le proprie fortune elettorali.

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