La Stabilità 2016 e i rapporti con la Commissione Europea

Nella riunione convocata nella notte di domenica 20 dicembre per l’approvazione della seconda nota di variazione al bilancio, ho espresso il mio rammarico per il fatto che, durante l’iter della legge di stabilità nella Commissione Bilancio della Camera, non fosse stata sollevata la questione dei nostri rapporti con la Commissione Europea.

Com’è noto, il governo ha modificato in corso d’opera l’obiettivo di indebitamento netto per il 2016 dal 2,2% del Pil al 2,4%. Due decimali di Pil non fanno una grande differenza dal punto di vista macroeconomico. Va però ricordato che nel DEF del maggio scorso avevamo comunicato un obiettivo 2016 del 1,8%, poi lievitato nella nota di variazione al DEF di settembre al 2,2%. In quell’occasione si disse che l’obiettivo sarebbe potuto ulteriormente aumentare al 2,4% qualora la Commissione Europea ci avesse consentito di utilizzare la cosiddetta clausola migranti; il margine sarebbe stato utilizzato per ridurre l’Ires, con la finalità di incentivare gli investimenti e la crescita economica.  Le cose sono andate diversamente, in quanto l’Italia ha deciso unilateralmente di innalzare l’obiettivo al 2,4% e di utilizzare il margine non per ridurre l’Ires, ma per il pacchetto cultura e sicurezza. La decisione è stata presa a seguito dei gravissimi atti terroristici di Parigi e può dunque giustificarsi con una situazione che per molti versi era di assoluta emergenza. Rimane il fatto che la decisione dell’Italia è stata assunta unilateralmente o quantomeno  interpretando unilateralmente quanto a suo tempo  era stato deliberato e comunicato a Bruxelles.  Dato che già le variazioni degli obiettivi di bilancio annunciate a settembre avevano suscitato reazioni contrastanti nella Commissione Europea, è oggi abbastanza concreto il rischio che in primavera l’Italia sia nuovamente sottoposta a una qualche sorta di vigilanza speciale. E’ improbabile che si riapra la procedura di infrazione che fu chiusa nel 2013, ma anche questo rischio non può essere del tutto scongiurato.

Il mio giudizio sull’operato del governo è positivo, come ho detto il 17 dicembre in sede di discussione generale sulla legge di stabilità. Penso però che della questione dei rapporti con l’Unione Europea avrebbe dovuto farsi carico la Commissione Bilancio. Aggiungo  che, se ciò non  è accaduto, non è certo per responsabilità del Presidente Boccia, al quale  va anzi tutta la mia solidarietà per l’incredibile lavoro che ha fatto in questi giorni e queste notti. Non è accaduto perché nessuno nell’opposizione ha ritenuto di sollevare il problema.  Che io ricordi né in Commissione Bilancio né in Aula è mai stato sollevato il tema dei nostri rapporti con la Commissione Europea. A scanso di equivoci, la comunicazione fatta il  13 dicembre dal viceministro Morando riguardo alla modifica degli obiettivi di bilancio è stata accolta con molte proteste da parte delle opposizioni, secondo le quali ci sarebbe una asimmetria fra ciò che può fare il governo, modificando in peggio gli obiettivi di bilancio, e ciò che può fare l’opposizione, i cui emendamenti non vengono neanche ammessi alla discussione se vi è carenza di copertura. Penso che questo argomento non sia corretto e che la comunicazione del governo al Parlamento abbia affrontato correttamente il problema della variazione in corso d’opera degli obiettivi. Rimane il fatto che non ricordo nessuno che abbia sollevato la questione dei nostri rapporti con la Commissione Europea.  Se ne deve concludere che questo tema, che fino a qualche tempo fa era centrale nei pensieri del policy maker, oggi interessi assai poco. Tutti speriamo che il rischio che si è assunto il governo con questa decisione sia un rischio calcolato e che non vi siano nei prossimi mesi conseguenze negative sull’Italia. Qualora invece vi fossero delle conseguenze e queste si dovessero  tradurre in un qualche rialzo dei tassi di interesse sul nostro debito pubblico, ricordiamoci almeno questo: il tema era di interesse scarso o nullo.

Annuncio

Aggiungo che da tempo il Capogruppo di Forza Italia Brunetta accusa il governo di fare “la stabilità a debito”. A prescindere dal fatto che, su questa questione, il pulpito da cui proviene l’accusa non è particolarmente  credibile,  osservo che anche Forza Italia si è sempre guardata bene dal sollevare il tema dei nostri rapporti con l’Unione Europea nel momento in cui il governo  ha modificato gli obiettivi. Anche questo è bene non dimenticarlo.

Qui il Resoconto Bilancio 19/12/2015 pg 57

Annuncio

Annuncio