La manovra, le prime donne e l’evasione: un po’ di onestà per favore, di Giampaolo Galli, Inpiù, 21 ottobre 2019

Piovono le critiche alla manovra. Le primedonne della maggioranza fanno a gara a chi urla di più: uno spettacolo deprimente e un bel po’  irresponsabile. Con la formazione di questo governo lo spread è sceso da quota 240 a metà agosto a 140. Questo è un risultato importante, ma sarebbe pericoloso considerarlo acquisito per il solo fatto che al governo non c’è più Salvini, con la sua corte di miracolati no-euro. Se la maggioranza continua a litigare sul nulla e il Mef non è messo in grado di fare ciò che è necessario, lo spread potrebbe risalire perché non si risolvono i problemi del debito e della crescita e perché i mercati comincerebbero a prevedere nuove elezioni e un probabile successo di Salvini.

Inoltre, c’è ancora molto da fare per ridurre lo spread al livello di Spagna e Portogallo (attorno a 70 punti base) e – perché no? – della Francia (30 pb). Ciò richiede, come minimo, che il governo sia in grado di fare una seria lotta all’evasione, il che purtroppo sembra essere reso impossibile dal fatto che gli evasori sono ben rappresentati in Parlamento, un po’ in tutti i partiti e – ora scopriamo – anche fra coloro che hanno fatto fortuna con lo slogan dell’onestà. La scusa è che ci si accanisce con i piccoli, mentre l’evasione si annida fra le grandi aziende.

Ma questo non è vero: secondo la commissione Giovannini, l’evasione dell’Irpef di autonomi e imprese (ditte individuali e società di persone, professionisti inclusi) è di 33 miliardi, quasi il 70% del gettito dovuto. L’evasione Ires (una tassa che pagano ben 1,2 milioni di soggetti costituiti in società di capitali, in un paese in cui meno di 4mila imprese superano la soglia dei 250 dipendenti) è di 8 miliardi, il 24% del gettito teorico. Basta scuse! La verità è che evadono in tanti e i piccoli li si difendono perché portano voti. I limiti al contante e il mix di incentivi e sanzioni per i commercianti che non hanno il POS sono sacrosanti. Il contante serve per evadere le tasse, per veicolare attività illecite e per corrompere. Un po’ di onestà, per favore.

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