Galli: «La manovra è stata caricata di troppe aspettative, ma la scelta è giusta»
Parla l’ex direttore generale di Confindustria e oggi membro Pd della commissione Bilancio della camera, Giampaolo Galli, che in un’intervista a Europa spiega perché nella legge di stabilità la scelta obbligata non poteva che essere la tenuta del bilancio.
«In qualche modo bisognava fare una scelta. Perché deve essere chiaro che andando oltre i vincoli dell’Unione europea, i tassi di interesse salgono e le condizioni del credito per imprese e cittadini peggiorano».
Nel giorno in cui il governo pone la fiducia sulla legge di stabilità e finisce sotto il fuoco di fila di imprese e comuni, Giampaolo Galli, ex direttore generale di Confindustria e oggi membro Pd della commissione Bilancio della camera, è convinto che la scelta di fondo operata sia quella giusta.
«La cosa più utile da fare era tenere il bilancio andando incontro ai dolori più acuti che la crisi provoca alle varie parti del corpo sociale. Ed è questa la scelta che è stata fatta» spiega Galli secondo cui, purtroppo, non si è riusciti a mettere in luce quando c’è di buono nella manovra. A cominciare dalle detrazioni per i lavoratori dipendenti, concentrate sui redditi più bassi, e che portano «un lavoratore con un reddito annuo di 15mila euro ad avere un’incidenza Irpef in calo dal 14 al 12,5%».
O, ancora, le deduzioni Irap per le imprese che a regime dovrebbero avere «un effetto stimato intorno alle 135.000 assunzioni». O, ad esempio, il rafforzamento dell’Ace che consente a un imprenditore che mette i soldi sulla sua azienda di avere «una riduzione d’imposta che avrà per lo stato un costo di 1,4 miliardi nel 2014 fino a 2,4 miliardi nel 2017». «Una norma questa – spiega Galli – che è stata introdotta nel 2011 e di cui fino ad ora hanno usufruito 310mila piccole imprese». Per non parlare della proroga delle detrazioni per le ristrutturazioni edilizie e l’efficienza energetica…
Ma allora perché quei toni da Confindustria? È finita una luna di miele? «Capisco l’angoscia di chi deve rappresentare come Confindustria imprenditori in difficoltà». Ma? «Ecco – incalza Galli – capisco la rimozione collettiva del 2011, ma se si va oltre i limiti europei nel bilancio, si rischia di avere un moltiplicatore negativo sul Pil e sull’occupazione. Nelle scorse settimane sono arrivati avvertimenti sia dall’Ue che da Bankitalia».
Se è per questo c’è anche la web tax e il monito arrivato oggi da Bruxelles. Galli su questo non ha dubbi: «Si tratta di una norma in conflitto con lo spirito e la lettera del trattato di Roma. Una norma che ci mette in grave imbarazzo e su cui dobbiamo intervenire, se non nella legge di stabilità visti i tempi e la fiducia, subito dopo».
Più in generale, spiega Galli, «abbiamo caricato di troppe aspettative questa manovra e rischiamo di rinviare al semestre Ue le attese frustrate della società italiana. Di qui c’è forse la necessità che il governo sia più chiaro nel sostenere quanto detto oggi dal premier Letta, cioè che la cosa migliore per tutti in questo momento è quella di tenere i tassi di interesse bassi e rendere credibile il sistema Italia.
raffa@cascioli
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