Seguito della discussione delle mozioni in materia di trasparenza dei contratti derivati stipulati dal Ministero dell’economia e delle finanze.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole Giampaolo Galli. Ne ha facoltà.
GIAMPAOLO GALLI. Grazie Presidente. Nella mozione a prima firma Marchi chiediamo al Governo di fare maggiore trasparenza nell’utilizzo degli strumenti derivati, diciamo però che nel confronto internazionale l’Italia è già oggi a livelli elevati di trasparenza. Abbiamo già adottato i migliori standard per la pubblicità dei dati. Non accettiamo, quindi, di autorappresentarci come il Paese dell’opacità e dei misteri, non è così.
Respingiamo anche la richiesta di rendere noti i singoli contratti, perché nessun Paese al mondo fa questo, lo ha già ricordato il Vice Ministro Morando. È vero, ogni banca conosce propri contratti, ma non conosce quelli dei concorrenti; se noi rendessimo noti i contratti, quelli di tutti, si darebbe un evidente vantaggio informativo a chi vuole fare operazioni speculative a danno del Tesoro italiano, e dunque di tutti noi. Trovo strano che il MoVimento 5 Stelle, che si caratterizza per la scarsa, come dire, simpatia, dichiarata almeno, verso gli operatori finanziari, voglia dare questo rilevante aiuto alle banche di investimento, a scapito del Tesoro. Noi questo aiuto, che voi chiamereste favore o regalo, non lo vogliamo dare.
Alcune mozioni, lo abbiamo sentito anche questa mattina in quest’Aula, cercano di mettere sul banco degli imputati le persone che hanno o hanno avuto la responsabilità della gestione del debito pubblico presso il Tesoro, una responsabilità molto importante di una questione estremamente rilevante e delicata.
E, allora, è bene ripetere che i derivati utilizzati dal Tesoro, anche la swaption del 1999 ricordata dall’onorevole Melilla, sono strumenti assicurativi e servono a proteggerci da rialzi dei tassi di interesse. Questi contratti sono importanti perché il rischio per il Tesoro è fortemente asimmetrico; se i tassi di interesse aumentano, come già adesso sta iniziando ad accadere per effetto della prevedibile fine della moneta facile della Banca centrale europea, l’Italia, con il terzo debito al mondo, rischia una crisi. Quindi, è giusto vedere un aumento dei tassi come un rischio grave, un rischio da cui mettersi al riparo. Se i tassi diminuiscono, come è successo negli ultimi anni, non succede nulla di male, anzi. E si parla, onorevole Paglia, dei tassi al netto dello spread per evidenti motivi.
La particolarità che va capita è che il costo della polizza assicurativa non lo si paga all’inizio del contratto, come succede normalmente per le assicurazioni, ma nel corso della vigenza del contratto, se e quando i tassi di interesse sono bassi; ed è questo il motivo per cui oggi, comunque è il motivo principale, – i tassi sono molto bassi o, addirittura, negativi – il valore di mercato dei nostri derivati è negativo. Quindi, quanto meno guardando alle macro variabili, non c’è nessuno scandalo derivati. La sostanza è che abbiamo comprato una polizza assicurativa e non abbiamo avuto incidenti; questo non vuol dire che abbiamo buttato via i soldi.
Varie mozioni, lo abbiamo sentito qui, fanno riferimento ad un procedimento in corso da parte della procura della Corte dei conti del Lazio su alcune operazioni in derivati della banca Morgan Stanley chiuse il 22 dicembre del 2011, in quei giorni drammatici per il nostro debito pubblico e per il Paese.
Alcuni gruppi, anche in quest’Aula, in varie occasioni hanno già espresso una sentenza di condanna, malgrado che il procedimento sia nella fase iniziale. Siamo ancora molto, molto lontani anche solo da una sentenza di primo grado.
Allora, vorrei dire che, primo, tutti gli attori della vicenda sono innocenti fino a sentenza definitiva; la presunzione di innocenza vale per i funzionari del Tesoro, come per tutti i cittadini, come avrebbe dovuto valere per la nostra ex collega Ilaria Capua. Oggi nessuno è in grado di dire se i funzionari del Tesoro o alcuni di essi siano stati effettivamente negligenti, come afferma l’accusa – badate bene – ossia se essi abbiano trascurato o sottovalutato l’importanza di una particolare clausola contrattuale, che anche qui è stata ricordata questa mattina, apposta nel lontano 1994, che consentì a Morgan Stanley di rescindere anticipatamente il contratto nel 2011.
Secondo, quando le condanne sommarie, sulla piazza mediatica, vengono da chi ha fatto grandi battaglie, almeno così sembra, per il garantismo, non si può fare a meno di dire che si tratta davvero di garantismo a corrente alternata.
Terzo, le condanne mediatiche dei colleghi di Forza Italia, improvvisamente divenuti, come dire, un po’ manettari, sono tanto più curiose dal momento che due dei tre direttori generali del Tesoro cui la Corte ha chiesto di rendere conto – li cito per nome perché sono citati per nome nella mozione di Forza Italia -, Domenico Siniscalco e Vittorio Grilli, a mio avviso entrambe rispettabili persone, sono stati nominati, questi due direttori generali, da Governi di destra e hanno operato in derivati con Governi di destra. Non solo, da quello che si sa, la maggior parte delle operazioni che hanno poi dato luogo alla perdita del 2011 sono state fatte fra il 2002 e il 2005.
Ora il gruppo di Forza Italia mena grande scandalo, nella mozione di Forza Italia si parla di enormi perdite causate dai derivati. Ma, cari colleghi di Forza Italia, qui si parla di voi, si parla del vostro Governo; non potete far finta che governasse qualcun altro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Anche la dottoressa Maria Cannata, capo della Direzione debito pubblico, contro cui voi puntate il dito accusatore, è stata in quella posizione per tutta la durata dei Governi di destra come di quelli di centrosinistra, per 17 anni. Non potete chiamarvi fuori. Aggiungo che, al di là di quello che sarà l’esito del procedimento in corso su specifiche operazioni, quei funzionari, anche quelli nominati dai Governi di destra, in generale hanno fatto bene, non male. Come tutti gli altri, hanno contribuito a proteggere il nostro debito pubblico da un possibile rialzo dei tassi.
E dico anche che, invece di menare scandalo per cose su cui non c’è che da aspettare la sentenza – avete presente, aspettare la sentenza! – dovremmo chiederci come mai, proprio alla fine del 2011, Morgan Stanley chiese di estinguere anticipatamente alcuni contratti, cosa che avrebbe potuto fare molti anni prima. Ossia, in sostanza, Morgan Stanley chiese di ridurre il credito che stava erogando allo Stato italiano, perché di questo si tratta; e dovremmo chiederci perché le autorità americane, proprio in quel momento, si preoccupavano dell’esposizione delle loro banche verso vari Paesi, tra cui l’Italia.
E anche qui si parla di voi, onorevoli colleghi di Forza Italia e alleati, si parla dei risultati del vostro Governo. Il disimpegno o, se volete, la fuga delle banche dall’Italia nel 2011, così come di milioni di risparmiatori, sono la conseguenza del vostro Governo; non sono certo la causa della crisi del 2011, come voi ora cercate di far intendere in qualche modo, cavalcando le strampalate fantasie complottistiche che tanto piacciono al MoVimento 5 Stelle, oppure facendo lo scaricabarile ai danni di servitori dello Stato, anche di quelli che avete scelto voi.
Questo scaricabarile che è francamente un po’ odioso, ma, soprattutto, per quello che ci riguarda, è dannoso, perché, guardate, noi dobbiamo avere paura dei funzionari che non si assumono responsabilità e non firmano nulla, non dobbiamo avere paura dei funzionari che firmano e si assumono delle responsabilità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
E se li mettiamo in croce con processi mediatici, come si sta cercando di fare oggi, oltre a commettere l’ingiustizia tipica di tutti i giustizialismi, diamo un ulteriore contributo alla paralisi della pubblica amministrazione, il che, in un settore delicatissimo come quello della gestione del debito pubblico, è a dir poco non molto responsabile.
Facciamo, dunque, più trasparenza, ma respingiamo richieste che indebolirebbero il Tesoro a favore della speculazione e respingiamo il tentativo, davvero maldestro, di strumentalizzazione politica della vicenda. Al di là della verità giudiziaria, per la quale, ripeto per l’ennesima volta, non c’è che da aspettare le sentenze, la responsabilità politica di ciò che è accaduto alla fine del 2011 è chiara, e non esistono giochi di prestigio che possano nascondere questa verità assolutamente evidente ed elementare. Le operazioni che sono oggi all’attenzione della Corte dei conti e che giustificano il dibattito che stiamo facendo oggi sono la conseguenza del crollo della fiducia nei confronti del nostro Paese, e questo e solo questo è il succo e la lezione di quella vicenda (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).