Le scelte di Renzi. E’ davvero il piano shock che farà ripartire l’Italia e che imprese e cittadini attendevano? Le coperture ci sono? Europa lo ha chiesto a tre economisti di area: Nicola Rossi, Tiziano Treu, Giampaolo Galli.
«Il 2,6 è il margine massimo per evitare di rientrare nella procedura di deficit eccessivo. L’obiettivo di medio termine è l’elemento aggiuntivo che ha un aspetto quantitativo ma anche qualitativo, deve essere comprovata la capacità e la volontà del paese di perseguire aggiustamenti strutturali e permanenti laddove, come per l’Italia, ci sia un richiamo per squilibri eccessivi che hanno a che fare con scarsa crescita e debito eccessivo, cose vecchie che debbono essere ancora risolte». Sta nelle pacate ma precise parole di Pier Carlo Padoan la sostanza dello sforzo e dei tempi scelti da questo consiglio dei ministri per varare alcune misure e annunciarne altre. Le misure fiscali sono posticipate a maggio e il pagamento dei debiti della pubblica amministrazione dovrà sottostare al percorso di un disegno di legge. Sulla semplificazione del mercato del lavoro, invece, si procederà per decretazione d’urgenza. E poi c’è l’aumento dal 20 al 26 per cento delle tasse sulle rendite finanziarie. Per disegno di legge o per decreto? Al momento non si sa.
Europa ha raccolto i pareri a caldo di tre economisti di area, anche se molto diversi tra loro, per provenienza e per convinzioni.
«Sorprendente», per Nicola Rossi, ex consigliere economico del governo D’Alema, che «in Italia in tema di tasse si facciano ancora annunci. Veniamo da venti anni di annunci di tagli di tasse e credo francamente incredibile che, in assenza di provvedimenti immediati, si continui ancora a promettere soldi in busta paga». «Mi sarei atteso – prosegue Rossi – che un governo che vuole innovare interrompesse questa stagione di annunci». Per l’economista c’è poi un secondo elemento «preoccupante» e che riguarda la mancanza di certezze immediate sulle coperture con il rischio che siano di carattere una tantum: «Se ci saranno norme di legge per tagli di spesa futuri finanziate con provvedimenti anche solo in parte una tantum sarà minata la credibilità dell’intero provvedimento».
«Renzi ha detto una serie di cose molto importanti» è il commento a caldo di l’ex ministroTiziano Treu, autore di importanti riforme del lavoro negli anni novanta e di ulteriori proposte successive. «Innanzitutto, il consistente taglio dell’Irpef per i redditi bassi, anche se ci sarà da aspettare fino a maggio, e un pezzetto dell’Irap coperto dall’aumento della tassazione delle rendite finanziarie, una misura di cui parliamo da tanto tempo». Rilevante, secondo Treu, è poi il taglio sui costi dell’energia e la riduzione dei costi dell’Inail, già decisa dal governo Letta, che ora diventa operativa. «Un alleggerimento sulle imprese c’è – sottolinea l’ex ministro – insieme ad un altro grosso segnale che va nella stessa direzione, e cioè il decreto che liberalizza l’adozione del contratto a termine, purché resti nel tetto prefissato. Anche di questo si parlava da tempo, bene che venga fatto». Bene anche il decreto sull’apprendistato, bene le altre deleghe e la Garanzia Giovani, anch’essa un’attuazione di una decisione di Letta. Quanto alle altre misure annunciate da Renzi, Treu ritiene una importante accelerazione la promessa di pagare tutti i debili della pubblica amministrazione entro luglio, come positivo è il piano riguardante le scuole. «Insomma, nell’insieme la spinta c’è – è il giudizio finale dell’ex ministro – e le coperture mi sembrano strutturali, le studieremo poi nei dettagli, ma conoscendo Padoan ritengo che non avrebbe permesso che venissero dette delle cifre se così non fosse. Certo, bisogna che tutto ciò che è stato annunciato e deciso accada davvero».
Per Giampaolo Galli, ex direttore generale di Confindustria e oggi membro Pd della commissione Bilancio della camera, quello illustrato da Renzi «è un quadro complessivo di grande determinazione a cambiare. A cominciare ad esempio dai contratti a tempo determinato per 36 mesi senza causale entro un tetto del 20%». «Ecco – spiega Galli – si tratta di un grande cambiamento che elimina un onere burocratico sul lavoro e si traduce in una semplificazione per chi vuole assumere. La causale, infatti, non solo è inutile ma espone le imprese a rischi legali rendendole di fatto meno propense ad assumere». C’è poi un secondo aspetto, tra gli altri, che colpisce favorevolmente Galli ed è quello che riguarda la decisione di finanziare la riduzione del 10% dell’Irap con l’aumento dal 20 al 26% della tassazione delle rendite finanziare: «È una scelta non facile e concreta che va nella direzione di favorire la competitività delle aziende. Soprattutto se si considera che fa parte di un dibattito pubblico che finora tuttavia nessuno, al di là degli annunci, era mai riuscito ad attuare». Galli coglie poi nell’illustrazione delle misure da parte di Renzi la volontà di ridurre l’imposizione di 1000 euro anche per quei redditi che si trovano al di sotto della no-tax area, ovvero coloro che guadagnano 8mila euro lordi l’anno. «Credo – conclude – che questo sia possibile riducendo e, di fatto, azzerando i contributi previdenziali a carico dei lavoratori».
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