Quando Forza Italia votava a favore della riforma. Ecco la dichiarazione di voto del Sen. Paolo Romani.
Categoria: #Bastaunsì
Per superare il bicameralismo paritario, per avere leggi in tempi più rapidi, per una democrazia capace di decidere, per chiarire le competenze di Stato e Regioni, per aumentare la rappresentanza degli Enti Locali in Parlamento e in Europa… #Bastavaunsì. Prima o poi ci dovremo riprovare.
La riforma nasce dall’inefficienza delle istituzioni – Il Sole 24 Ore, 28 settembre 2016
Per molti dei più autorevoli giuristi del fronte del No la riforma Renzi-Boschi sarebbe un tassello dell’aggressione intentata dalla finanza internazionale non solo ai diritti dei lavoratori, ma addirittura ai diritti universali dell’uomo. Gustavo Zagrebelsky, ad esempio, in un recente pamphlet scrive che sarebbe in corso nientemeno che “un ribaltamento della democrazia parlamentare in uno strano regime tecnocratico- oligarchico”, all’interno del quale verrebbe meno l’attenzione ai diritti dei lavoratori, “ormai sottoposti e condizionati alle esigenze delle imprese”, perché vivremmo nel tempo “dello sviluppo per lo sviluppo, dell’innovazione per l’innovazione, della competitività che non ammette deroghe, della spremitura degli esseri umani, dei diritti dei più deboli e delle risorse naturali…”.
Leggi tutto “La riforma nasce dall’inefficienza delle istituzioni – Il Sole 24 Ore, 28 settembre 2016”Quando Ruini disse: “Nessuna Costituzione è perfetta”, di Filippo Cavazzuti. FIRSTonline 08-09-2016
Oggi mi permetto di suggerire ai lettori di FIRSTonline, che seguono con fatica il dibattito sul referendum costituzionale di autunno, ciò che sostenne, nel lontano 1947, Meuccio Ruini, Presidente della Commissione per la Costituzione.
Leggi tutto “Quando Ruini disse: “Nessuna Costituzione è perfetta”, di Filippo Cavazzuti. FIRSTonline 08-09-2016″L’economia del sì – l’impatto del nuovo Titolo V sulle politiche economiche e sociali
L’economia del sì – l’impatto del nuovo Titolo V sulle politiche economiche e sociali è un documento a cura di Irene Tinagli, con i contributi di Carlo dell’Aringa, Giampaolo Galli, Paolo Gandolfi, Flavia Piccoli Nardelli, Chicco Testa, Ivan Scalfarotto e Stefano Quintarelli.
Nel documento vengono trattati, in maniera sintetica, semplice e diretta, gli impatti della riforma del nuovo Titolo V sulla vita economica del Paese. La riforma costituzionale porta con sé una serie di vantaggi economici – spesso indiretti – che sorgono da una ritrovata stabilità, da una capacità di miglior organizzazione nelle scelte strategiche, dalla riduzione di livelli di coordinamento inutili e dannosi, dalla riduzione dei tempi, della burocrazia, e dell’insicurezza degli investimenti.
L’economia del sì può essere scaricato qui in formato pdf.
Con la riforma ridotti sprechi e duplicazioni del federalismo fiscale – Il Sole 24 Ore, 7 agosto 2016
Secondo alcuni la riforma costituzionale che verrà sottoposta a referendum annullerebbe i progressi sin qui fatti in materia di federalismo fiscale. Questa tesi è sostenuta dal partito della Lega, ma è fatta propria anche da alcuni studiosi come Franco Gallo che ne ha scritto su questo giornale il 27 giugno scorso.
La visione opposta è quella sostenuta ad esempio da Sabino Cassese, secondo il quale l’intera proposta di riforma del Titolo V altro non fa che prendere atto della giurisprudenza della Corte Costituzionale degli ultimi quindici anni, definendo in modo più ordinato le competenze dei diversi livelli di governo ed evitando ulteriori contenziosi costituzionali che, come noto, nel recente passato hanno comportato ritardi e incertezze nell’attuazione delle norme, con conseguenze negative sui cittadini e sulle imprese. Questa visione appare particolarmente adatta a connotare la riforma nei suoi aspetti finanziari.
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