La sfida dell’articolo 70, già persa dalla destra – L’Unità, 18 ottobre 2016

La critica di gran lunga più dura e apparentemente motivata fra quelle avanzate dal fronte del No riguarda la nuova formulazione dell’articolo 70. Si dice che questo articolo è lungo, che manca di una clausola di chiusura per risolvere eventuali controversie fra le due camere ed infine che è scritto male, assomigliando più al testo di un qualunque decreto milleproproghe che a un testo della costituzione. Su l’Unita del 15 ottobre Pietro Ichino ha spiegato il motivo per il quale questo articolo è più lungo di quello della costituzione vigente che, come noto, dice in una riga che “la funzione legislativa è esercitata collettivamente dalle due Camere”. Il punto è che, dovendosi superare il bicameralismo paritario, occorre distinguere fra le funzioni delle due camere e dire cosa fa l’una e cosa fa l’altra. Ed è bene che la distinzione sia operata in maniera analitica e precisa in modo da evitare per quanto possibile eventuali zone grigie e quindi possibili contenziosi fra Camera e Senato. Per questo motivo vi sono vari rinvii ad altri articoli e commi della Costituzione. Molti gridano allo scandalo (la costituzione è un orrore!), ma – come ricorda Ichino – nessuno è riuscito sinora a scrivere quelle stesse cose in un formato più facilmente leggibile e sintetico.

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Mps, fatti non illazioni. Sentiero stretto tra bail-in e vigilanza Bce – l’Unità, 6 ottobre 2016

La lettera del ministro Padoan al Corriere del Sera del 4 ottobre ha chiarito la posizione del governo sulla questione del Monte dei Paschi. Il punto centrale è che, data la normativa europea, “sono impraticabili, e peraltro non necessarie, le spesso invocate e presunte ‘soluzioni finali’ con massicce iniezioni di soldi pubblici”. Il fatto è che la minaccia del bail-in ha tolto ai governi lo strumento dell’intervento pubblico, inteso come intervento di ultima istanza potenzialmente necessario per mantenere la fiducia nel sistema bancario.

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La riforma nasce dall’inefficienza delle istituzioni – Il Sole 24 Ore, 28 settembre 2016

Per molti dei più autorevoli giuristi del fronte del No la riforma Renzi-Boschi sarebbe un tassello dell’aggressione intentata dalla finanza internazionale non solo ai diritti dei lavoratori, ma addirittura ai diritti universali dell’uomo. Gustavo Zagrebelsky, ad esempio, in un recente pamphlet scrive che sarebbe in corso nientemeno che “un ribaltamento della democrazia parlamentare in uno strano regime tecnocratico- oligarchico”, all’interno del quale verrebbe meno l’attenzione ai diritti dei lavoratori, “ormai sottoposti e condizionati alle esigenze delle imprese”, perché vivremmo nel tempo “dello sviluppo per lo sviluppo, dell’innovazione per l’innovazione, della competitività che non ammette deroghe, della spremitura degli esseri umani, dei diritti dei più deboli e delle risorse naturali…”.

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Sostenere la crescita senza dimenticare il debito – Il Sole 24 Ore, 20 settembre 2016

Sul Sole 24 Ore del 18 settembre, Luca Ricolfi ci propone un ragionamento, o forse un paradosso, che coglie bene le difficoltà logiche, oltre che politiche, all’interno delle quali si muove l’azione del governo.

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Varoufakis sull’Euro. Uscire sarebbe un disastro. Da un’intervista del 3-02-2016 a “Rifondazione Comunista”

Sul sito www.rifondazione.it  si trova un’intervista di Yanis Varoufakis che tocca fra gli altri il tema dell’uscita dall’euro.  L’intervista, del 3 febbraio 2016, definisce l’uscita dall’euro come un disastro non solo per la Grecia, ma per tutta l’Europa e anche per l’intera economia mondiale.  Il punto interessante è che questa valutazione viene da un personaggio che, come noto, non ha nessuna simpatia per l’euro e che nella sua esperienza come ministro delle finanze  è arrivato ad un passo dal dover gestire l’uscita del suo paese dalla moneta unica. Riportiamo di seguito la parte dell’intervista relativa all’euro.

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