Lezioni per le politiche di bilancio – con Lorenzo Codogno, il Sole 24 Ore, 19 gennaio 2018

La crisi economico-finanziaria ha intaccato la credibilità dei cosiddetti ‘esperti’ economici, anche in materia di politiche di bilancio. Eppure, c’è molto da imparare, non solo dalla teoria economica, ma anche dalle analisi empiriche e dall’esperienza accumulata negli anni.  L’occasione per fare il punto ci è stata offerta da un nostro lavoro pubblicato sulla rinnovata rivista Economia Italiana (on line su economiaitaliana.org) che verrà presentato il 22 gennaio alla Luiss.

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Il reddito di cittadinanza del M5S? Distruggerebbe il lavoro – con Yoram Gutgeld, Democratica, 18 gennaio 2017

Per capire cosa non va nel reddito di cittadinanza (RdC) proposto dal Movimento 5 Stelle e come esso distruggerebbe il lavoro nel nostro paese basta guardare la tabella in pagina. Vi sono riportate le somme che verrebbero erogate a famiglie con diversa composizione in base al ddl 1148/2013 del M5S. Ad esempio, una famiglia con 2 adulti e due ragazzi sopra i 14 anni avrebbe diritto ad un reddito di 2.030 euro netti al mese.

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Can fiscal discipline be counterproductive? – con Lorenzo Codogno, paper su “Economia Italiana”, numero 1-2-3/2017.

Sintesi
L’esperienza della Grande Recessione ha indotto alcuni a sostenere che la disciplina di bilancio può essere controproducente nel senso che può peggiorare, anziché migliorare, le prospettive per i conti pubblici. In questo lavoro si argomenta che la disciplina fiscale è invece un ingrediente necessario di qualsiasi piano di consolidamento fiscale. Proposizioni alternative, come quelle che sostengono che la disciplina fiscale è controproducente, si rivelano fondamentalmente insostenibili nell’ambito di un modello keynesiano standard, in cui il reddito nazionale è trainato dalla domanda; sono teoricamente possibili, ma empiricamente non plausibili, se si prendono in considerazione gli effetti ‘supply side’ che possono essere indotti da politiche di sostegno della domanda. Tuttavia, possono verificarsi casi particolari di gravi recessioni in cui politiche fiscali restrittive hanno effetti perversi sul rapporto debito/PIL che durano diversi anni; questa circostanza può rappresentare una seria sfida per i policymakers. Inoltre, nelle recessioni profonde gli effetti d’isteresi delle politiche possono essere importanti, il che suggerisce che, in alcuni casi, manovre espansive temporanee possono essere appropriate e possono, in parte, autofinanziarsi.

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Non ignorare il debito, Flat tax fuori dal mondo – intervista a il Sole 24 Ore, 3 gennaio 2018

«Questa campagna elettorale è partita male. La politica deve fare proposte compatibili con il debito pubblico altissimo dell’Italia: non servono manovre draconiane, ma dobbiamo assumere un impegno ad accrescere l’avanzo primario fino al 3-4% per arrivare al pareggio di bilancio con gradualità ma anche con un percorso certo». Giampaolo Galli (Pd) apprezza gli inviti a una campagna elettorale fondata su proposte realistiche. «Non ci sono – dice – miracoli da fare o bacchette magiche. È giusto ridurre le tasse, ma solo dopo aver ridotto la spesa pubblica e soprattutto l’evasione fiscale».

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