Reddito di cittadinanza con il trucco, di Giampaolo Galli, Inpiù, 22-01-2019

In origine, cioè durante tutta la passata legislatura e durante la campagna elettorale, il reddito di cittadinanza costava, secondo gli stessi proponenti, 16 miliardi, cui andava aggiunto un miliardo per Centri per l’Impiego. La platea e l’ammontare del beneficio erano sostanzialmente gli stessi che vengono propagandati adesso: 5 milioni di individui e 780 euro per un single. Nella prima versione della legge di bilancio, quella con il deficit al 2,4%, le risorse furono dimezzate e nella versione definitiva sono state ulteriormente ridotte a poco più di 6 miliardi. L’unico rilevante cambiamento che è intervenuto rispetto al disegno originario riguarda la differenziazione fra chi ha una casa di proprietà e chi vive in affitto, in assenza della quale l’INPS aveva calcolato un costo di ben 30 miliardi. Sono poi stati introdotti una serie di paletti il cui effetto dovrebbe essere quello di scoraggiare le frodi e dunque di ridurre un po’ la platea. Inoltre per il 2019, la misura inizia a maggio, quindi si perdono 4 mesi.  Rimane il fatto che fra 16 miliardi e 6 miliardi c’è un abisso e che nel 2020, quando la misura sarà a regime, il fondo aumenterà a soli 7,5 miliardi.

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Decreto approvato, ma c’è poco da festeggiare. In arrivo la manovra aggiuntiva. di Giampaolo Galli, Inpiù, 18 gennaio 2019.

Il governo festeggia l’approvazione del decreto su quota 100 e reddito di cittadinanza. Dovrebbe invece preoccuparsi del fatto che, salvo sorprese, la crescita 2019 si collocherà molto sotto la stima ufficiale di 1% e che, di conseguenza, il deficit sarà più alto di quel 2% che è stato faticosamente negoziato con la Commissione Ue per evitare la procedura d’infrazione. Non si può escludere che l’economia sia già in recessione e che rimanga in recessione nel 2019. Ciò avviene per il combinato disposto di fattori esterni e della caduta della fiducia che negli ultimi mesi si è manifestata nell’aumento dello spread. Le difficoltà di alcune banche, in gran parte conseguenza della lunga recessione e dell’aumento dello spread, aggravano la situazione. L’approvazione del decreto peggiora ulteriormente le cose perché comporta, per la prima volta da molti anni, un notevole incremento della spesa corrente (circa il 3%), proprio nel momento in cui la componente 5 stelle del governo sta di fatto bloccando gli investimenti pubblici.

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Lezioni per i populisti, di Giampaolo Galli, Inpiù, 15 gennaio 2019

Ci sono parecchie lezioni che si spera i populisti abbiano imparato dalla vicenda della manovra di bilancio. La prima è che è controproducente sfidare i mercati finanziari: i costi in termini di oneri sul debito pubblico, sfiducia nel sistema paese e recessione economica sono semplicemente proibitivi.

Dopo anni di retorica contro i governi proni ai mercati, anche i populisti si sono dovuti piegare. Sarebbe bello far capire che il “dominio dei mercati” non è una novità, c’è sempre stato per le nazioni indebitate e non è il risultato di moderne diavolerie come la globalizzazione e la finanziarizzazione. Come diceva l’ex premier svedese Göran Persson: una nazione indebitata non è mai libera. Sarebbe bello, ma forse è chiedere troppo.

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Lo stallo della Consob, di Riccardo Sabbatini, Inpiù, 14 gennaio 2019,

Il candidato della maggioranza non sembra avere i requisiti previsti dalla legge

Ridateci Cirino Pomicino! Neanche ai tempi della Dc si era visto lo spettacolo cui stiamo assistendo in questi giorni: partiti di governo che occupano cariche pubbliche al grido di “questo è mio!”. Sta avvenendo all’Inps (chissà perchè i sindacati non si fanno sentire, dopotutto sono in gioco i soldi dei lavoratori) e soprattutto alla Consob, l’autorità vigilanza sui mercati finanziari e la Borsa. “E’ Marcello Minenna il nome del M5S e della Lega alla presidenza Consob“, ha detto nei giorni scorsi il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico Di Maio dimenticando, appunto, che la nomina spetta al Governo e non ai partiti. La carica richiede – esige la legge – la scelta di persone “di specifica e comprovata esperienza e di indiscussa moralità e indipendenza”. Le può vantare Minenna? Può essere obiettato che un candidato con l’unico incarico di responsabile dell’ufficio Consob sulle analisi quantitative, tutta questa “comprovata esperienza” non ce l’abbia. Minenna è balzato agli onori della cronaca per l’idea di inserire nei prospetti informativi dei singoli prodotti finanziari “scenari probabilistici” in grado di predire la loro capacità di battere un prodotto “free-risk”.

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Bene aver evitato la procedura di infrazione, ma i conti ancora non tornano, Giampaolo Galli, Democratica, 19/12/2018

Parla il vice direttore dell’Osservatorio dei Conti pubblici presso l’Università Cattolica.

L’Italia evita la procedura d’infrazione. E’ una vittoria per il nostro Paese o per l’Europa?

“E’ un fatto positivo. Per l’Italia la procedura d’infrazione sarebbe stata un grosso problema. Per il governo, dopo le dichiarazioni bellicose dei primi mesi, è stata una lezione di realismo”

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