Categoria: Articoli e interviste
Non regge la “flat tax” su base incrementale, di Giampaolo Galli, Inpiù, 16 luglio 2019
La flat tax applicata agli incrementi di reddito è apparsa sui giornali per un giorno o due e poi sembra essere scomparsa. Nella irrituale riunione di ieri al Viminale con le parti sociali, a quanto pare, non se ne è più parlato. Forse i suoi sostenitori nel governo si sono accorti che non sta in piedi o forse hanno deciso che intanto si rilancia la proposta Siri (aliquota al 15% per tutti i redditi famigliari fino a 55mila euro) con il suo costo insostenibile – fra 10 e 15 miliardi, a seconda delle detrazioni che verrebbero abolite- e poi si vedranno le proposte di mediazioni. In effetti la tassa al 15% sugli incrementi di reddito era stata proposta come una mediazione possibile per avviare un percorso di riduzione delle tasse che fosse però compatibile con la condizione della finanza pubblica. Ma è una mediazione che non regge in punto di equità orizzontale.
Leggi tutto “Non regge la “flat tax” su base incrementale, di Giampaolo Galli, Inpiù, 16 luglio 2019″Risparmi di spesa da RdC e Quota 100, di Andrea Gorga, Luca Gerotto e Giampaolo Galli, 2 luglio 2019, Osservatorio CPI
Nel comunicato del 1° luglio, a seguito del Consiglio dei Ministri, il governo ha annunciato che l’indebitamento netto del 2019 si ridurrà di 7,6 miliardi (0,4 per cento del PIL) rispetto alle previsioni del Def. Questo risultato sarebbe dovuto principalmente a maggiori entrate e a risparmi su Quota 100 e Reddito di Cittadinanza. Se da un lato le previsioni sulle entrate ci sembrano piuttosto ottimistiche, dall’altra, proiettando i comportamenti registrati sino ad oggi, i risparmi di spesa su Quota 100 e Reddito di Cittadinanza potrebbero essere superiori, 3 miliardi invece che 1,5, come indicato dal governo. La prudenza nella valutazione del governo è probabilmente dovuta al fatto che alcuni chiarimenti normativi sono stati pubblicati solo nelle ultime settimane e che i comportamenti dei potenziali beneficiari delle due misure potrebbero cambiare nel tempo, man mano che se ne comprende l’effettivo funzionamento. Leggi tutto “Risparmi di spesa da RdC e Quota 100, di Andrea Gorga, Luca Gerotto e Giampaolo Galli, 2 luglio 2019, Osservatorio CPI”
Basteranno le decisioni di ieri per evitare la procedura? di Giampaolo Galli, Inpiù, 02/07/2019
Basteranno le decisioni del Consiglio dei Ministri di ieri ad evitare la procedura d’infrazione a carico dell’Italia? Qualche dubbio è legittimo. La cosa più evidente che manca è una valutazione di come si potrà affrontare la manovra 2020. Nulla si dice su come si potrà evitare l’aumento dell’Iva e su come si potranno finanziare la flat tax e le cosiddette spese indifferibili, per un totale di circa 40 miliardi. Ma anche i conti 2019 traballano. La mancanza più evidente sono le privatizzazioni che erano state messe a bilancio per ben18 miliardi; anche di queste non si sa più nulla ed è significativo che non ne faccia cenno il comunicato del Mef successivo al Consiglio dei Ministri che pure su molte altre poste fornisce informazioni di notevole dettaglio. L’unico punto a favore del governo è che non sembra impossibile che l’indebitamento netto di quest’anno sia inferiore alle previsioni del Def del maggio scorso di 7,6 miliardi e che quindi il deficit si fermi al 2%, anziché al 2,4% che era la previsione di maggio.
Leggi tutto “Basteranno le decisioni di ieri per evitare la procedura? di Giampaolo Galli, Inpiù, 02/07/2019”Divari territoriali e investimenti pubblici nel Mezzogiorno, di Alessandro Banfi e Giampaolo Galli, 1 luglio 2019, Osservatorio CPI
Una delle questioni cruciali che si pongono in relazione alla richiesta di autonomia differenziata da parte di alcune regioni del Nord riguarda la quota di investimenti pubblici che debbono rimanere nel Mezzogiorno. L’impostazione tradizionale della politica di sviluppo del Mezzogiorno postula che le risorse ordinarie siano distribuite sul territorio nazionale in ragione della popolazione residente, mentre le risorse, nazionali ed europee, dedicate specificamente allo sviluppo e alla convergenza debbano avere carattere aggiuntivo. Nella storia dell’Italia post bellica questa condizione non si è mai realizzata compiutamente e ancor oggi i dati mostrano che le risorse cosiddette aggiuntive hanno in realtà la funzione di supplire a carenze di vario tipo, non solo finanziarie, che fanno sì che le risorse ordinarie effettivamente spese nel Mezzogiorno siano assai inferiori alla quota della popolazione. Va peraltro detto che il fatto che la somma delle risorse ordinarie e aggiuntive sia all’incirca proporzionale alla popolazione comporta che il rapporto investimenti/Pil nel mezzogiorno sia molto più alto, a volte quasi doppio, rispetto al Centro-Nord. Ciò comporta ovviamente che gli investimenti pubblici nel Mezzogiorno siano molto più alti del contributo dell’area alle entrate fiscali delle Pubbliche Amministrazioni. Comporta anche che, in linea di principio, il contributo degli investimenti alla produttività del sistema economico dovrebbe essere molto più elevato nel Mezzogiorno; il fatto che invece i divari in termini di reddito per abitante non diminuiscano indica o che gli investimenti non sono sufficienti a compensare le molte diseconomie del territorio oppure che l’efficienza della spesa è inferiore nel Mezzogiorno.
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