A quanto sembra il governo fisserà l’obiettivo per il deficit 2020 attorno al 2,2%. Dato che probabilmente, a causa di 23 mld di IVA, il tendenziale sarà attorno al 1,5%, ciò consentirà ai politici di dire che la manovra è espansiva per 13 miliardi. Ma ciò che conta dal punto di vista economico è il confronto con l’anno precedente e qui le cose cambiano. Se, come sembra, quest’anno il deficit si collocherà fra il 2 e il 2,2% del Pil, un obiettivo al 2,2% per il 2020 è solo moderatamente espansivo; forse sarebbe meglio dire che è all’incirca neutrale, stando quantomeno ai macro numeri. Chi si è sempre preoccupato della sostenibilità del debito pubblico non può che accogliere con sollievo il fatto che la manovra è all’incirca neutrale, malgrado il peggioramento in atto nella congiuntura italiana ed europea. Questo è quello che si può permettere l’Italia oggi.
Anzi, ci piacerebbe che l’ottimo Ministro Roberto Gualtieri, invece di giocare con i numeretti del tendenziale, trovasse il coraggio di dire una parola di verità su cosa sia una manovra davvero espansiva nell’Italia di oggi: l’unica manovra davvero espansiva consiste nel ridurre lo spread molto di più di quanto sia avvenuto fino adesso (copyright Enrico Morando). Sulla scadenza decennale, lo spread sta a 140 punti base rispetto alla Germania; si tratta di un grande passo avanti rispetto ai mesi scorsi, ma l’Italia rimane il paese europeo con lo spread più alto, dopo la Grecia. La Spagna sta a 70 punti base, il Portogallo a 76. Persino la Slovenia fa molto meglio di noi con uno spread a 72. E poi non si capisce per quale motivo l’Italia non dovrebbe ambire ad avere uno spread analogo a quello della Francia, che sta a quota 30, come quasi tutti i paesi del centro e Nord Europa. Ciò richiede un piano a medio termine per ridurre il debito; soprattutto richiede che il piano sia credibile, il che comporta ad esempio che non si faccia più ricorso alle famigerate clausole di salvaguardia su IVA e accise. Oggi il leitmotiv in Italia è che il paese sta riprendendo il suo ruolo in Europa. C’è del vero in questo, ma il ruolo dell’Italia sarà sempre di molto inferiore alle sue potenzialità fino a che i mercati valuteranno che il nostro debito è tanto più rischioso di quello degli altri paesi.
Categoria: Articoli e interviste
La manovella inceppata della spesa pubblica, di Giampaolo Galli, Inpiù, 23 settembre 2019
Il Ministro Roberto Gualtieri ha annunciato che per la prossima manovra di bilancio l’obiettivo è di mantenere il deficit 2020 sullo stesso livello previsto per il 2019 e cioè il 2 per cento circa del Pil. Si calcola che ciò comporti una manovra netta di circa 16 miliardi, posto che non si vuole ricorrere all’aumento dell’Iva. Se poi si tiene conto delle politiche che sono state annunciate (riduzione del cuneo sul lavoro, asili gratis, politiche per la famiglia, pubblica istruzione, incentivi agli investimenti ecc.) si arriva almeno a 26 miliardi. Dove si possono trovare tutti questi soldi?
Leggi tutto “La manovella inceppata della spesa pubblica, di Giampaolo Galli, Inpiù, 23 settembre 2019”Lezioni dall’Argentina, di Giampaolo Galli e Pietro Mistura, 18 settembre 2019, Osservatorio CPI.
La vicenda recente dell’Argentina dimostra quanto sia sbagliata l’idea che una politica monetaria sovrana sia in grado di evitare, in presenza di seri squilibri macroeconomici, il default sul debito pubblico e una forte svalutazione del tasso di cambio, con effetti molto pesanti sull’inflazione e sul tenore di vita della popolazione. Il fallimento del programma di modernizzazione messo in atto dal governo Macri, con il sostegno del Fondo Monetario Internazionale, non è attribuibile a un eccesso di austerità, in quanto fino al 2018 non vi è stata alcuna riduzione del deficit pubblico e la crescita degli aggregati monetari si è mantenuta elevata. Hanno contato soprattutto due fattori: una sequenza probabilmente sbagliata delle azioni di politica economica e la prospettiva di un ritorno al potere dei peronisti: quest’ultimo è stato il fattore scatenante della crisi delle ultime settimane a seguito della sconfitta di Macri, l’11 agosto, alle elezioni primarie per la Presidenza della Repubblica. Leggi tutto “Lezioni dall’Argentina, di Giampaolo Galli e Pietro Mistura, 18 settembre 2019, Osservatorio CPI.”
BRINDISI ALL’EUROPA, MA ATTENTI AI VECCHI VIZI, di Giampaolo Galli, Inpiù, 10 settembre 2019
E’ difficile non provare al tempo stesso due sentimenti in parte contraddittori. Da un lato un senso di sollievo per lo scampato pericolo: è stata scongiurata la prospettiva di un Salvini con pieni poteri e in guerra permanente con l’Europa. Leggi tutto “BRINDISI ALL’EUROPA, MA ATTENTI AI VECCHI VIZI, di Giampaolo Galli, Inpiù, 10 settembre 2019”
La curva di Laffer e la flat tax, di Giampaolo Galli e Luca Gerotto, 12 Agosto 2019, Osservatorio CPI
Di tanto in tanto, nel dibattito pubblico, riemerge l’idea, collegata alla cosiddetta “curva di Laffer”, che riduzioni delle aliquote fiscali siano un tale toccasana per l’economia che il gettito complessivo, anziché calare, aumenterebbe. Benché in astratto l‘idea di Laffer poggi su delle basi logiche ragionevoli, spesso ci si dimentica che questa conclusione può valere solo in circostanze molto particolari. Gli studi scientifici disponibili sull’Italia e sugli altri paesi sviluppati vanno chiaramente nella direzione opposta: riduzioni delle aliquote riducono il gettito fiscale. Questo è il consenso pressoché plebiscitario degli economisti. Con riferimento al dibattito italiano attuale, l’indicazione chiara è che la cosiddetta “flat tax” ha bisogno di normali coperture di bilancio in quanto non è in grado di autofinanziarsi. Leggi tutto “La curva di Laffer e la flat tax, di Giampaolo Galli e Luca Gerotto, 12 Agosto 2019, Osservatorio CPI”