Il tema dell’introduzione anche in Italia di un salario minimo fissato per legge, che oggi esiste già in quasi tutti i paesi europei, rientra tra le linee programmatiche del nuovo governo. In questa nota esaminiamo i disegni di legge in materia presentati da M5S e PD segnalandone le principali criticità, anche alla luce dei rilievi mossi dalle parti sociali. Leggi tutto “Una legge sul salario minimo? di Edoardo Frattola e Giampaolo Galli, 13 ottobre 2019, Osservatorio dei Conti Pubblici”
Categoria: Articoli e interviste
80 miliardi di misure espansive dal 2013 ad oggi; di Giampaolo Galli e Luca Gerotto, 7 ottobre 2019, Osservatorio sui Conti Pubblici
Come ogni anno alla vigilia della sessione di bilancio, un esiguo numero di persone al Ministero dell’Economia è tenuta a fare il necessario e meritorio lavoro di trovare le coperture, mentre nei discorsi pubblici si parla solo di maggiori spese o minori entrate. Per dare un contributo a questo lavoro, in questa nota ripercorriamo le principali misure espansive (aumenti di spesa o riduzioni di entrate) che sono state attuate nelle ultime due legislature. La lista è molto lunga e somma a circa 80 miliardi di euro. Una strada per trovare risorse può essere quella di valutare queste misure, verificando se abbiano avuto l’effetto sperato o se sia preferibile spendere diversamente quelle risorse: ad esempio, per evitare che l’IVA aumenti. Leggi tutto “80 miliardi di misure espansive dal 2013 ad oggi; di Giampaolo Galli e Luca Gerotto, 7 ottobre 2019, Osservatorio sui Conti Pubblici”
Mercantilismo tedesco? Mio intervento a LiberiOltre, 5 ottobre 2019
Il commento dell’Osservatorio CPI alla Nota di Aggiornamento al DEF, 5 ottobre 2019.
Il quadro di finanza pubblica incluso nella Nota di Aggiornamento al Documento di Economia e Finanza (NADEF) prevede solo limitati miglioramenti nelle nostre finanze pubbliche per il prossimo triennio. Inoltre, tali miglioramenti, compresa la riduzione del rapporto tra debito pubblico e Pil, sono principalmente dovuti alla prevista riduzione della spesa per interessi e a un aumento del tasso di inflazione. Con andamenti meno favorevoli di tassi di interesse e inflazione il debito pubblico resterebbe su valori intorno al 135 per cento del Pil, lasciando esposta l’Italia a un aumento dei tassi di interesse o, in presenza di un cambiamento nel sentimento dei mercati finanziari, a un aumento dello spread.
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