Secondo Il Fondo monetario internazionale, la diffusione del virus Covid-19 ridurrà dello 0,1%, ossia un’inezia, la crescita mondiale 2020 (dal 3,3% al 3,2%) e dello 0,4% (dal 6% al 5,6%) la crescita della Cina. E’ una previsione basata su ipotesi molto ottimistiche su gravità e durata del contagio: la direttrice generale del Fondo, Kristalina Georgieva, ha spiegato che questo scenario presuppone che l’economia cinese torni alla normalità già nel secondo trimestre, ma avverte che si possono facilmente costruire scenari molto più drammatici. Forse è di questi scenari più negativi che occorre occuparsi. I fatti che sono successi negli ultimi giorni in Italia, ad oggi il paese occidentale più colpito, non lasciano tranquilli. Si può pensare di sigillare qualche borgo con poche migliaia di abitanti e attorno a questi di creare zone rosse presiediate dall’esercito, in cui non circolano i mezzi pubblici, sono sigillate le stazioni ferroviarie e sono chiusi tutti i locali pubblici, incluse fabbriche e uffici.
Leggi tutto “Coronavirus: i veri rischi per l’economia mondiale, di Giampaolo Galli, Inpiù, 24 febbraio”Categoria: Articoli e interviste
Coronavirus. L’economia in quark. 17 febbraio 2020
DOMANDE SUL GREEN DEAL DELLA COMMISSIONE UE, di Giampaolo Galli, Iinpiù, 17 gennaio 2020
I documenti della Commissione Europea sono assolutamente drastici. Entro il 2050 l’Unione dovrà raggiungere l’obiettivo di emissioni zero di gas serra e, a questo fine, entro l’estate prossima,la Commissione proporrà di rendere molto più stringenti gli obiettivi già fissati per il 2030. Per finanziare la transizione la Commissione propone un piano di investimenti da oltre 1.000 miliardi di euro nei prossimi 10 anni e un meccanismo per compensare i paesi a più alta intensità di carbonio (Just TransitionMechanism) per un ammontare di 143 miliardi di euro. Questi investimenti, assieme alla rivoluzione digitale, saranno il motore di una crescita sostenibile e, addirittura, “scollegata dall’utilizzo delle risorse naturali”. Ma da dove vengono tutti questi soldi e saranno essi davvero in grado di consentire di raggiungere i due obiettivi che ci si propongono e cioè abbattere le emissioni di gas serra e dare impulso alla crescita economica? Per rispondere a queste domande, va detto innanzitutto che questi soldi non vengono da un aumento del bilancio dell’Unione, che rimarrà attorno all’1 del Pil europeo, né dall’emissione di debito europeo. Né è prevista una riduzione della spesa corrente dell’Unione o degli Stati membri per far spazio ai nuovi investimenti. Anche le riserve messe a bilancio a fronte delle garanzie per il programma investEU (la nuova versione del piano Juncker) rimangono quelle che erano state proposte dalla precedente Commissione (15,2 miliardi nel settennio 2021-2027). Ne consegue che i grandi investimenti che si propongono non saranno aggiuntivi, ma sostituiranno altre tipologie di investimenti. La questione diventa dunque se i nuovi investimenti saranno più produttivi di quelli che si sarebbero fatti altrimenti. La risposta non è ovvia ed è facile pensare a controesempi: se invece di finanziare una linea ferroviaria ad alta velocità, si finanziassero gli acquisti di pannelli solari – in buona parte made in China – l’effetto sulla crescita europea sarebbe certamente negativo. Per rispondere all’altra domanda (si riuscirà a realizzare la transizione ambientale) occorre attendere che le dichiarazioni di intenti si trasformino in decisioni.
Leggi tutto “DOMANDE SUL GREEN DEAL DELLA COMMISSIONE UE, di Giampaolo Galli, Iinpiù, 17 gennaio 2020”Cottarelli, De Nicola, Galli, Decrescita del Pil, 5 febbraio
L’imposta di successione: pro e contro, di Edoardo Frattola e Giampaolo Galli, Ocpi, 5 febbraio
L’Imposta sulle successioni e sulle donazioni (ISD) italiana è caratterizzata da aliquote molto basse e franchigie elevate. Anche per questo, il gettito dell’imposta è modesto (820 milioni nel 2018) e significativamente inferiore a quello degli altri principali paesi europei. Esistono argomentazioni a favore e contro un suo rafforzamento: da un lato l’imposta può essere uno strumento di equità sociale ed è meno distorsiva delle imposte sui redditi, dall’altro è difficile evitare che essa finisca per colpire soprattutto le proprietà immobiliari del ceto medio. L’esempio degli altri paesi europei a noi più simili suggerisce però che aumentare il gettito derivante da questo tipo di imposta è possibile. Leggi tutto “L’imposta di successione: pro e contro, di Edoardo Frattola e Giampaolo Galli, Ocpi, 5 febbraio”