di Giampaolo Galli, 17 novembre 2020
Categoria: Articoli e interviste
Il risparmio aumenta, ma è difficile canalizzarlo verso gli investimenti
di Giampaolo Galli, Inpiù, 16 novembre 2020.
La Banca d’Italia segnala che la propensione al risparmio delle famiglie è raddoppiata quest’anno rispetto al 2019 per via dei lockdown e dei timori per un futuro che la pandemia rende molto incerto. A questa elevata propensione al risparmio non c’è rimedio che non sia quello della definitiva sconfitta della pandemia. La domanda che molti si fanno è se c’è modo di canalizzare questi risparmi verso gli investimenti. La risposta è che è molto difficile perché anche le imprese stanno risparmiando, in vista di un futuro molto incerto. Le imprese temono che un nuovo lockdown, a casa loro o dei loro potenziali clienti in giro per il mondo, possa metterle in ginocchio se non hanno abbastanza scorte liquide. Peraltro, negli ultimi mesi i soldi depositati in banca dalle famiglie non sono stati ridepositati dalle banche presso la banca centrale e non sono dunque rimasti inoperosi come era successo negli anni passati. Con l’aiuto delle garanzie prestate dallo Stato, i prestiti bancari sono finalmente cresciuti, fino a quasi il 4% a settembre rispetto all’anno precedente. I prestiti alle imprese sono saliti al 6,8%.
Leggi tutto “Il risparmio aumenta, ma è difficile canalizzarlo verso gli investimenti”La proposta di Sassoli, economia in quark, 15 novembre 2020
L’economia in Quark – Carlo Cottarelli, Giampaolo Galli e Alessandro De Nicola discutono la proposta del Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli sui debiti a livello europeo e commentano l’andamento degli Stati Generali del Movimento 5 Stelle
Reddito universale troppo costoso e disincentiva il lavoro, di Giampaolo Galli, Inpiù, 6 novembre 2020
Ci mancava anche questa! La ministra del Lavoro Nunzia Catalfo propone di “sperimentare il reddito universale, invocato da Beppe Grillo sul suo blog”, ossia un reddito che viene dato a tutti, ricchi e poveri, lavoratori e disoccupati. Le proposte di spesa corrente ormai piovono ogni giorno, malgrado che le Commissione Europea sia stata chiarissima riguardo al fatto che il Next Generation EU non può finanziare spese ricorrenti. E malgrado il fatto che è ormai evidente che usciremo dalla crisi con un debito pubblico ben più alto del 158% previsto dal governo e con una spesa pubblica maggiore: certamente dovremo spendere di più per la sanità, ma anche per tante altre esigenze, ad esempio la cura degli anziani, che sono emerse con forza in questi mesi. È dunque evidente fin da oggi che la pressione fiscale dovrà aumentare, con tutte le conseguenze negative che ciò può avere sul piano economico e anche sociale e politico.
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