Discussione del disegno di legge: S. 2132 – Ratifica ed esecuzione dell’Accordo sul trasferimento e la messa in comune dei contributi al Fondo di risoluzione unico, con Allegati, fatto a Bruxelles il 21 maggio 2014, con processo verbale di rettifica, fatto a Bruxelles il 22 aprile 2015 (approvato dal Senato) (A.C. 3449) (ore 17,05).
GIAMPAOLO GALLI. Presidente, colleghi, vorrei solo fare due osservazioni di carattere quasi tecnico su questo articolo. La prima è che approvando questo trattato, noi facciamo un passo nella direzione che è stata richiesta da un vastissimo movimento di opinione pubblica in questi anni, cioè di non utilizzare più i soldi dei contribuenti per il salvataggio delle banche. Il bail- in è esattamente il contrario, è l’unico contrario possibile del bail-out e il bail-out vuol dire usare i soldi dei contribuenti, vuol dire usare i nostri soldi. Questo è quello che ci ha insegnato la crisi del 2009, enormi quantità di soldi dei contribuenti sono stati utilizzati per salvare le banche e un vastissimo movimento di opinione pubblica e i Governi hanno detto basta, non dobbiamo più salvare le banche.
Quindi, in caso di crisi, d’ora innanzi, salteranno i manager, poi i proprietari delle banche e, poi, naturalmente, gli obbligazionisti e i grandi depositanti. Verranno, comunque, salvaguardati i piccoli depositanti. Chi è contro questo, non può che essere a favore della logica di usare i soldi dei contribuenti per salvare le banche. Questo è un punto tecnico, ma ho l’impressione che non fosse stato del tutto compreso, nella discussione.
Il secondo passo avanti che stiamo facendo è che rescindiamo, o meglio, ci avviamo a rescindere il legame fra la crisi delle banche e la crisi degli Stati. Un altro insegnamento delle crisi di questi anni è stato proprio questo: saltava una banca, questa veniva salvata o richiedeva, comunque, dei soldi pubblici per evitare effetti sistemici e, in particolare, questo metteva in crisi lo Stato. Noi ci accingiamo a fare ciò che già avviene, per esempio, negli Stati Uniti, dove, se va in crisi la banca di uno Stato membro, interviene in realtà la riserva federale o, comunque, intervengono meccanismi di solidarietà. Ecco, questa forse è la parola chiave, assieme a: non usare più i soldi dei contribuenti o a usarli il meno possibile; l’altra parola chiave di questo provvedimento è: solidarietà europea. La solidarietà europea entra in ballo proprio per evitare che uno Stato membro si possa trovare in difficoltà, perché non riesce a far fronte a una crisi di una propria banca. Tutto ciò, come è esplicitamente detto nelle norme che qui stiamo approvando, è fatto in coerenza con tutto l’acquisito del diritto comunitario e, quindi, con il ruolo delle istituzioni democratiche dell’Unione Europea, quindi il Consiglio europeo, ma anche il Parlamento europeo. Naturalmente uno può non essere d’accordo, pensare che sono meglioPag. 97gli Stati nazionali come li abbiamo conosciuti dall’Ottocento a oggi, ma non può negare che questo è un passo avanti che va nella direzione di risolvere, in chiave europea, in chiave comunitaria, alcuni dei grandi problemi che abbiamo vissuto in questi anni.
PRESIDENTE (Di Maio). Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la collega Ruocco. Ne ha facoltà.
CARLA RUOCCO. Presidente, intervengo giusto per rispondere all’intervento che mi ha preceduto, perché si dà per scontato, in quest’Aula, che le banche debbano truffare qualcuno. Infatti, si chiama passo avanti una manovra attraverso la quale, invece, di fare attingere le banche dal pantalone dello Stato, si fanno attingere le banche dal pantalone della povera gente che ha i conti correnti, e questo si chiama passo avanti ! È inevitabile, perché tanto è inevitabile che le banche, in maniera del tutto incontrollata e ingestibile, distruggano i soldi dell’economia reale.
PRESIDENTE. Collega Bossa…
CARLA RUOCCO. Questo è l’unico dato per certo dal Partito Democratico.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Di Battista. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO DI BATTISTA. Presidente, ascoltando l’intervento degli onorevoli del Partito Democratico, appare evidente che il vostro, anzi, il loro unico obiettivo è una democrazia bancaria e una Repubblica fondata sul lavoro dei banchieri. Cioè, ci dicono con soddisfazione che hanno fatto un passo in avanti perché son passati dal salvataggio fatto con le tasse dei cittadini al salvataggio delle banche fallite effettuato con i soldi dei correntisti. Mai, mai che vengano salvate le banche prelevando i quattrini che si sono rubati anche gli amici vostri, i banchieri…
PRESIDENTE. Si rivolga alla Presidenza !
ALESSANDRO DI BATTISTA. Comprendendo le persone che hanno speculato con le banche e sulle banche. Il MoVimento 5 Stelle prima delle banche salva i cittadini dal dissesto idrogeologico !
Se salva una banca se la prende lo Stato italiano, e la nazionalizza, e manda in galera gli amici vostri, che si sono fottuti l’ira di Dio sulla nostra pelle. Vergognatevi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !
PRESIDENTE. Chi sta urlando ? Collega Di Battista, la richiamo all’ordine ! Utilizziamo un linguaggio proprio in quest’Aula, per favore !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Pesco. Ne ha facoltà.
DANIELE PESCO. Presidente, intervengo sull’articolo 4, sul fatto che l’articolo 4 sancisce l’entrata in vigore di questo provvedimento, e sul fatto che in quest’Aula ho sentito dire troppe cose che non stanno né in cielo né in terra. Quello che è successo in molte banche italiane, tipo ad esempio Monte Paschi, ci fa capire che c’era un partito, il Partito Democratico, che ha influenzato molto l’attività finanziaria di quella banca; e quella banca ha creato grandissimi problemi ai risparmiatori e agli azionisti.
La stessa cosa è successa in altre banche: Banca Marche, Banca Etruria, in tantissime altre banche ! E quello che è successo negli ultimi giorni ha un nome e un cognome, come dicevo prima: Partito Democratico. Gli obbligazionisti che hanno perso i soldi lo devono solo al Partito Democratico, che poteva tranquillamente usare altri metodi per salvare quelle banche, non infilarle in quel Fondo, che non è altro che l’anticamera del Fondo unico europeo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Alberti. Ne ha facoltà.
FERDINANDO ALBERTI. Presidente, dobbiamo parlarci chiaro, perché le crisi bancarie in Italia sono sempre dovute alla politica, che attraverso le fondazioni interviene all’interno dalle banche. Quindi non sono le stesse crisi bancarie che avvengono negli altri Paesi europei ! Questo provvedimento che noi stiamo per votare è un aiuto, è un meccanismo che salverà forse…
PRESIDENTE. Concluda.
FERDINANDO ALBERTI. …le banche europee, non quelle italiane ! Noi ci stiamo infilando in una cosa che non ci serve, non è di nostra competenza, perché noi gli strumenti per salvare le banche in difficoltà ce li abbiamo già (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Villarosa. Ne ha facoltà.
ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Presidente, i nostri attacchi riguardano principalmente i passi avanti di cui parla questo Governo. Alle banche, da quando siamo arrivati, abbiamo dato 7 miliardi e mezzo con il decreto-legge cosiddetto Banca d’Italia-IMU; abbiamo dato 2 mila miliardi di euro in Europa tramite il progetto ABS-LTRO-TLTRO-Covered bond–Quantitative easing, 2 mila miliardi per salvare le imprese. E noi a chi li diamo ? Alle banche ! E nel frattempo c’è gente che chiede l’elemosina e muore di fame fuori da questo palazzo. Vi dovete vergognare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !