Salvini accusa il premier Conte e l’ex-ministro Tria di alto tradimento – quindi
In effetti, la riforma del MES (più noto con la sigla inglese di ESM) presenta dei problemi per l’Italia perché ribadisce, 9 anni dopo il guaio della famosa passeggiata di Merkel e Sarkozy a Deauville, il concetto di PSI (Private Sector Involvement, perifrasi per ristrutturazione del debito), sottolinea che il MES presta assistenza solo a paesi con debiti sostenibili – il che significa che chi ha un debito insostenibile deve preventivamente ristrutturare -, attribuisce poteri molto ampi al MES che è un’istituzione intergovernativa esterna al perimetro Ue, precisa che il MES si distingue dalla Commissione perché svolge le proprie valutazioni “from the perspective of a lender” e avendo riguardo alla capacità del debitore di restituire il prestito, mentre il mandato di tutte le istituzioni comunitarie è quello di operare nel comune interesse dell’Unione.
Va anche detto però che i nostri negoziatori sono riusciti a espungere ciò che era nelle intenzioni chiaramente espresse da molti esponenti dell’establishment del Nord Europa e cioè la ristrutturazione automatica e preventiva del debito dei paesi che si rivolgessero al MES per assistenza: la ristrutturazione non è automatica, perché dipende dall’esito dell’analisi di sostenibilità del debito. Se i nostri negoziatori non sono riusciti a ottenere di più, la responsabilità è tutta di Salvini e della premiata ditta Borghi&Bagnai. Infatti, i passaggi cruciali del negoziato sono avvenuti, forse non per caso, nelle riunioni di Eurogruppo ed Eurosummit di dicembre 2018 e giugno 2019, le due date clou della inutile guerra voluta da Salvini contro l’Ue per fare più deficit; guerra che aveva indotto molti – a cominciare dai mercati – a pensare che il fine ultimo fosse creare le condizioni per uscire dall’euro. In queste condizioni, i nostri negoziatori non potevano fare di più. Anzi, dovremmo ringraziarli per essere riusciti ad evitare l’automatismo della ristrutturazione nel Trattato del MES, nonché l’apertura di una procedura di infrazione per debito eccessivo contro l’Italia. Date le condizioni politiche, Conte, Tria e – aggiungiamo – il direttore del Mef Alessandro Rivera hanno fatto un mezzo miracolo. Salvini abbia il pudore di tacere.
Non ho mai detto che abbiamo accettato il MES sotto il ricatto della procedura di infrazione. Ho detto che un paese che va tutti gli anni a pietire deroghe alle regole comuni è un paese debole, specie se ha un debito monstre come il nostro.