Il 4 agosto 2011, dunque il giorno prima della lettera della BCE, sindacati e Confindustria convocarono (letteralmente) il governo sulla base di un breve documento comune che metteva al centro l’urgenza di risanare i conti pubblici.
Ce lo siamo dimenticati tutti questo documento perché il giorno dopo è arrivata la lettera della BCE, ma è significativo, anche perchè dice cose molto simili a quelle contenute nella lettera della Bce, a partire dalla scarsa credibilità degli impegni del governo in materia di pareggio di bilancio fino alle liberalizzazioni e la modernizzazione del welfare e delle relazioni sindacali.
Alla luce di questo documento, tanto ampiamente condiviso da sindacati e organizzazioni datoriali (*), diventa davvero difficile dire che la Bce ci ha imposto dall’alto la ricetta liberista. Quella ricetta che fu poi attuata, grazie all’intervento del Presidente Napolitano, dal governo di Mario Monti e che negli anni successivi sarebbe stata oggetto di una straordinaria campagna di criminalizzazione che spiega non poco del successo dei partiti populisti.
La verità è che tutti allora pensavamo che non ci fossero altre ricette. E, con il senno di poi, avevamo ragione!
Ecco il documento della parti-sociali (4 agosto 2011)
Buona lettura!
(*) Il documento fu infatti firmato da: ABI, ALLEANZA COOPERATIVE ITALIANE (CONFCOOPERATIVE, LEGA COOPERATIVE, AGCI), ANIA, CGIL, CIA, CISL, CLAAI, COLDIRETTI, CONFAGRICOLTURA, CONFAPI, CONFINDUSTRIA, RETEIMPRESE ITALIA (CONFCOMMERCIO, CONFARTIGIANATO, CNA, CASARTIGIANI, CONFESERCENTI), UGL, UIL