La rottamazione delle cartelle della destra è un buco di centinaia di miliardi

di Giampaolo Galli, Il Foglio, 7 settembre 2022

Nel suo programma, il centrodestra propone una nuova “pace fiscale e saldo e stralcio”. In sostanza si tratta di un condono. Eppure, la sinistra non si indigna. Perché?

Nel programma del centrodestra, alla voce fisco, si propongono una nuova “pace fiscale e saldo e stralcio”. In sostanza si tratta di un condono, perché tutto si risolve tutto pagando a rate senza sanzioni e interessi di mora, e magari con un bello sconto. Ma mentre il condono tombale di Tremonti del 2002 provocò reazioni indignate a sinistra, nulla di simile accade oggi. Per quali  motivi? E c’è ragione per indignarsi o quantomeno esprimere disaccordo

 Il primo, e più ovvio, motivo per cui da sinistra non piovono strali è che la rottamazione delle cartelle è stata fatta dai governi Renzi (2016) e Gentiloni (2017). Come si ricorderà, allora i governi si difesero dalle accuse che venivano dalla sinistra radicale e dal M5s dicendo che con la rottamazione il contribuente pagava tutto il debito risparmiando solo sanzioni e interessi di mora (azzerati). Il condono tombale di Tremonti prevedeva invece uno sconto del 75 per cento sul dovuto, garantiva l’anonimato e cancellava qualunque  reato connesso. La seconda ragione è che il susseguirsi di crisi, da quella del 2008 alla crisi energetica, ha messo in difficoltà milioni di  autonomi e piccole imprese; da questi mondi si leva un grido di dolore che converge nella richiesta di una qualche provvedimento di clemenza. Dunque niente scandalo, nulla di cui indignarsi? 

In realtà, un motivo che giustifica una certa indignazione (se indignarsi è ancora lecito) è il modo in cui questo provvedimento viene presentato nei programmi elettorali, in particolare in quello della Lega. Il ragionamento parte dalla constatazione che il cosiddetto magazzino dei crediti fiscali all’attivo diAgenzia delle Entrate-Riscossione è ormai sopra l’iperbolica cifra di mille miliardi. Di questi, si ammette che una buona parte è inesigibile perché riguarda persone decedute, ditte cessate, nullatenenti ecc. Rimangono ben 545 miliardi che secondo la Lega “potrebbero essere integralmente riscossi, a condizione che le modalità siano effettivamente percorribili”.  Detto così, sembra che i maghi finanziari del centrodestra sarebbero in grado di far entrare nelle casse dello stato questa cifra iperbolica (più del doppio del Pnrr!),  liberando finalmente gli umani italici dalla schiavitù della scarsità delle risorse. Ma questo  è un colossale gioco di illusionismo finanziario; è un modo per eludere la domanda su come il centrodestra intenderebbe coprire le grandi spese o riduzioni di imposte che propone.  

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E ciò per due motivi. Il primo è che, in base alla normativa internazionale e anche a quella in vigore in Italia, il gettito della rottamazione è “una tantum” e non è una valida copertura per misure (come quota 41 per le pensioni) che hanno effetti permanenti sul deficit. In Europa, si guarda  al disavanzo strutturale al netto delle una tantum. Il secondo motivo è che 545 miliardi è una cifra di fantasia, che nessun ragioniere dello stato potrebbe  validare. La ragione è presto detta.

E’ una storia come quella del pesce del Vecchio e il Mare di Hemingway. Consideriamo ad esempio la rottamazione del 2016 che riguardò tutto il “magazzino crediti” fiscali accumulati dal 2000 al  2016. Tolte le somme non riscuotibili per i motivi detti sopra, i crediti potenzialmente interessati  erano, secondo la relazione della Ragioneria dello Stato, la stratosferica cifra di 772,4 miliardi, ma il totale dei crediti su cui fu poi richiesta la rottamazione si fermò alla misera cifra di 31,3 miliardi. Tolte le sanzioni, gli interessi di mora e altre somme aggiuntive azzerate, rimasero 17,8 miliardi. Di questi  fu pagata meno della metà, 8,3 miliardi, perché in Italia spesso le imposte pagate sono inferiori alle dichiarazioni e perché le persone si aspettavano (non a torto)  altre misure di clemenza fiscale  più convenienti.

Alla fine il pesce di Hemingway era dimagrito del 98,9 per cento (8,3 rispetto a 772,4). Una storia analoga si è ripetuta per le altre rottamazioni, inclusa quella realizzata dalla Lega nella legge di Bilancio per il 2019. Insomma nel programma del centrodestra c’è un buco di alcune centinaia di miliardi. Forse  non basta per indignarci; ma certo ci basta per dire che qualcosa di fondamentale non va bene. Si aggiunga che, come non smette di ricordarci il Fmi, i condoni possono essere utili se usati  in casi eccezionali. Se ripetuti ogni anno, riducono la fedeltà fiscale dei contribuenti e, alla lunga, riducono il gettito. Peggio ancora se, come sembra di capire, il centrodestra ha in mente di fare uno sconto sulle tasse da pagare. Infine, non si dimentichi che i lavoratori dipendenti pagano tutto fino all’ultimo euro. Forse neanche questa disparità di trattamento è sufficiente per farci indignare, ma certo è difficile da digerire.

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