“L’alto livello a cui è giunto il nostro debito pubblico per via di una vicenda pluridecennale rappresenta una pesante ipoteca sul presente e il futuro della società e, ovviamente, dell’economia italiana. Comprendo l’indignazione dei più giovani, che non hanno colpe, condivido la loro indignazione, capisco che si possa legittimamente parlare di un fallimento delle classi dirigenti che si sono succedute negli ultimi decenni, ma non abbiamo scorciatoie. L’unica via è quella di tenere i conti in ordine, con un consistente avanzo primario anno dopo anno, e di dismettere asset pubblici”.
Relazione sul Documento di Economia e Finanza Aula 6 maggio 2013
Annuncio