Non sappiamo al momento cosa esattamente stia succedendo alla Banca d’Italia, ma sappiamo per certo che la Banca è sotto attacco e che quello di Salvatore Rossi, che si e’ dichiarato indisponibile per un nuovo mandato dopo la scadenza di maggio, è gesto nobile, che, come ha scritto Franco Locatelli, lo ricollega, per spessore morale e civile, alle figure migliori della Banca, da Donato Menichella in poi. È Rossi il vero vincitore morale della battaglia per le nomine in Banca d’Italia. Dopo il no al rinnovo del vicedirettore Federico Signorini si era capito che i partiti di governo puntavano a lottizzare anche la Banca d’Italia e avevano lasciato intendere chiaramente che non avrebbero accettato la riconferma del Direttore Generale. Dichiarandosi indisponibile al rinnovo, Salvatore ha evitato di essere coinvolto in uno scontro che avrebbe inevitabilmente fatto male alla Banca. Dato che pare si faccia da parte anche Valeria Sannucci, quinto membro del Direttorio, che in questi anni ha dato un contributo prezioso anche se poco percepito all’esterno, sulla carta ci sono tre posti su cui i partiti possono sperare di giocare le loro carte; due, se il niet su Signorini venisse ritirato per superare lo stallo.
Due sono peraltro i posti cui ambiscono M5S e Lega, uno per ciascuno, come hanno cercato di fare all’Inps, come cercano di fare in tutte le istituzioni che contano. Ma l’impressione è che abbiano fatto i conti senza l’oste. Il Governatore Ignazio Visco non accetterà nomine senza dignità. Egli ha dalla sua la legge, che richiede che la proposta dei membri del direttorio venga fatta dal Governatore al Consiglio Superiore; solo successivamente interviene il Presidente del Consiglio che, sentito il Consiglio dei Ministri e di concerto con il Ministro dell’Economia, propone la nomina al Presidente della Repubblica, il quale ha l’ultima parola. Visco è un combattente e non abbandonerà il campo. Dunque chi crede nella Banca d’Italia, nella sua autonomia e autorevolezza, non si fasci la testa (per ora). Non è escluso che i nomi che alla fine prevarranno siano degni dei loro predecessori. @giampaologalli