Intervista con: Giampaolo Galli, Professore di Economia e Deputato in Italia
Fare trasparenza sui costi di un salvataggio della Grecia
Ogni allentamento dell’austerità per la Grecia significa più austerità per altri Paesi, dice Giampaolo Galli, Deputato del Partito Democratico, che ha una proposta fuori dal coro.
Professor Galli, perché ha chiesto pubblicamente in Italia una tassa per il salvataggio della Grecia?
La proposta di una tassa per la Grecia è una provocazione, che serve a chiarire che la solidarietà con la Grecia può essere una bella cosa, ma ha anche un costo per i contribuenti. In Italia molti lamentano l’eccessiva severità verso la Grecia, ma quasi nessuno è disposto ad aprire il portafoglio. Se questo è il nostro atteggiamento, sembra corretto che l’Europa chieda alla Grecia di cambiare rotta.
Come sono state le reazioni e quali conclusioni ne trae?
Molti hanno reagito negativamente alla mia proposta, ma la critica di fronte ad una tassa di solidarietà per la Grecia chiarisce che c’è una mancanza di coerenza. Si fanno appelli per salvare la Grecia, ma non si capisce che da questo deriverebbero dei costi. Si è diffusa l’idea che ci sia un free lunch, che in qualche modo i soldi arrivino dalla luna o dalla Banca Centrale Europea. Ma dovrebbe essere chiaro che anche i soldi della Banca Centrale Europea alla fine sono finanziati in qualche modo dai contribuenti. Ogni allentamento dell’austerità per la Grecia significa più austerità per gli altri Paesi.
Quali sono le conseguenze di questa mancanza di coerenza tra l’orientamento anti austerità da un lato e la indisponibilità a pagare dall’altro?
Il Governo potrebbe trovarsi in difficoltà, se in Parlamento ci fosse una discussione franca sui costi di un salvataggio della Grecia e i parlamentari si rifiutassero di addossare i costi sui loro elettori.
Ci sono tentativi di nascondere il peso finanziario del salvataggio della Grecia?
Esistono situazioni ambigue, ma in questi casi finora ha sempre avuto l’ultima parola il Ministero dell’Economia e delle Finanze e lì sono attenti alle spese. Adesso il Primo Ministro Matteo Renzi ha fatto chiarezza, quando ha detto, durante il vertice G7, che gli italiani hanno abolito le loro baby pensioni, perciò non avrebbe senso continuare a pagare baby pensioni ai greci.
Quali sono le conseguenze dell’ambiguità sui costi del salvataggio della Grecia?
Ci sono tanti modi per nascondere i costi di un salvataggio. Ma la mancanza di trasparenza prima o poi la si paga. Per esempio adesso si dice – sbagliando – che il primo salvataggio della Grecia fosse stato solamente un salvataggio delle banche tedesche e francesi. Per questa ragione sono a favore di fare subito un calcolo chiaro e di discutere tutti gli aspetti della questione greca anche nel Parlamento italiano: “No taxation without representation”.
Martedì 15 giugno 2015.
Domande di Tobias Piller
Qui il testo originale –> faz intervista galli 16 06 2015 p17